Pechov Aleksej - 2002 - L'uomo senza nome by Pechov Aleksej

Pechov Aleksej - 2002 - L'uomo senza nome by Pechov Aleksej

autore:Pechov Aleksej [Pechov Aleksej]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General, Fantasy
ISBN: 9788834717356
Google: uDGguAAACAAJ
editore: Fanucci
pubblicato: 2011-06-22T22:00:00+00:00


9

Sarà la Chiave a decidere chi aiutare

«Non ci pensare nemmeno, non verrai con me!» sibilai al goblin.

«Questo lo dici tu! Io vengo lo stesso!» ribatté il giullare.

«Ti ho detto di rimanere qui!»

«Harold, puoi anche lasciarmi qui, ma ti seguirò, costi quel che costi! E in più ora hai al collo il mio medaglione preferito. Se fai il difficile mi arrabbio e me lo riprendo.»

Strinsi i denti e osservai il muro che circondava il palazzo di Balistan Pargaid. Negli ultimi cinque minuti l’avevo già fatto più di una volta.

Notte. Silenzio. La luna e le stelle se ne stavano nascoste dietro le nuvole. Solo la luce delle grandi lanterne appese accanto al cancello riusciva a rischiarare l’ambiente circostante. Per il sottoscritto, c’erano le condizioni ideali per mettersi al lavoro. Meno luce c’era e meno problemi avrei avuto a completare la missione. Anche se con Kli-kli tra i piedi i problemi non sparivano mai.

Era passato quasi un giorno dal ricevimento del conte, e ora mi trovavo lì, accanto al muro della sua abitazione, sdraiato con la pancia a terra. Era il momento migliore per introdursi nel palazzo e riprendere ciò che ci apparteneva. A essere onesti, avrei corso il rischio di fare irruzione la sera stessa del ricevimento, ma Miralissa aveva insistito dicendo che era meglio non farsi prendere dalla foga. Nemmeno la comparsa di Lafresa le aveva fatto cambiare idea. Quando l’avevo aggiornata sulla donna, l’elfa si era messa a ridere dicendo che non era così semplice spezzare i legami con l’artefatto e che l’inviata del Maestro avrebbe dovuto attendere la congiunzione astrale favorevole.

Mentre io mi ero intrattenuto con i nobili a conversare in maniera raffinata, gli altri non avevano perso tempo. Miralissa aveva controllato che non ci fossero delle sorprese magiche ad attenderla, scoprendo che tutto il secondo piano era protetto da incantesimi difensivi. Egrassa invece aveva trovato da qualche parte una mappa dettagliata dell’abitazione (come ci fosse riuscito lo ignoravo). I Cuori Selvaggi, dopo aver contrabbandato due bottiglie di buon vino della cantina di mastro Quidd, si erano messi a parlare con cinque guardie, scoprendo il tragitto delle pattuglie e il loro programma. Era tutto pronto. Dovevo solo introdurmi a palazzo, prendere la Chiave e andarmene prima che lo scoprissero.

Proprio così. Che c’era di più semplice?

E all’improvviso, quando ormai era tutto pronto e stavo per mettermi all’opera, Ell, Egrassa, Markauz, Anguilla e Arnkh mi avevano annunciato di voler venire con me. Ovviamente ero rimasto indignato e mi ero opposto in maniera categorica. L’ultima cosa che volevo era portarmi dietro un mucchio di gente!

«E se ti scoprissero? Chi ti aiuterebbe, Harold?»

«Non mi scopriranno» avevo insistito inutilmente. Quei cinque si erano messi in cammino con me, mentre gli altri avevano iniziato a impacchettare alla svelta le nostre cose per poter lasciare il prima possibile la città al nostro ritorno.

Gli elfi avevano indossato la loro tenuta verde da viaggio, imbrattandosi leggermente il viso con una sostanza viscosa (come se non fossero già stati scuri di loro), si erano messi in spalla le s’kash e preso gli archi.



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