Politica e Costituzione di Atene by Aristotele

Politica e Costituzione di Atene by Aristotele

autore:Aristotele
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2012-12-31T16:00:00+00:00


1. III, 9, 1280a, 7 segg.; 12, 1282b, 18 segg.

2. L’oligarchia e la monarchia sono forme costituzionali nelle quali è possibile che qualcuno s’impadronisca del potere, concentrato com’è in poche mani.

3. Lisandro era il generale spartano che ricostruì la flotta della sua città e la condusse alla vittoria nella guerra del Peloponneso. Dovette uscire dalla vita politica quando prese il sopravvento il re Pausania, e tornò ad esercitare la propria influenza con la nomina del re Agesilao. Due sono i Pausania ai quali potrebbe riferirsi qui Aristotele. Il primo, figlio di Cleombroto, fu non propriamente re, ma tutore di Plistarco. A lui i Greci dovettero la vittoria di Platea contro i Persiani nel 479 a. C. (cfr. Costituzione di Atene n. 183). Tentò poi d’instaurare un potere personale a Sparta, che però represse il tentativo. Pausania morì murato nel tempio entro il quale aveva cercato rifugio. Il secondo Pausania, figlio di Plistoanatte, fu vero e proprio re di Sparta, contemporaneo di Lisandro. Dovette lasciare la propria città e morì in esilio.

4. Su Epidamno cfr. nn. 54 del II libro e 80 del III. I filarchi sono i capi delle tribù. La loro sostituzione con un consiglio era una trasformazione in senso democratico. A questo provvedimento contrastano gli altri due provvedimenti citati dopo da Aristotele.

5. Cfr. sopra n. 1.

6. 1, 1301a, 33 segg.; 1301b, 35 segg.

7. Sull’ostracismo cfr. n. 69 del III libro.

8. Non è sicuro se Aristotele si riferisca a fatti avvenuti nel 390 o a fatti avvenuti nel 357 a. C.

9. Nella battaglia di Enofita Atene sconfisse Tebe nel 457 e probabilmente impose un regime democratico, che secondo Aristotele sarebbe poi crollato per il suo malgoverno.

10. Forse Aristotele allude alla democrazia instaurata a Megara dopo la caduta del tiranno Teagene.

11. Intorno al 495 a. C. i “gamori”, che erano i signori di Siracusa, furono cacciati dal popolo, che instaurò una democrazia. I gamori si rifugiarono presso Gelone, tiranno di Gela, che li riportò a Siracusa nel 482. Secondo quel che dice qui Aristotele, la democrazia era travagliata da disordini già prima dell’intervento di Gelone.

12. Gli Iapigi, una popolazione che occupava l’estremità sud-orientale dell’Italia, erano ostili a Taranto, città di origine dorica legata a Sparta, e avevano buone buone relazioni con Atene. La vicenda citata nel testo dovrebbe cadere nel 473 a. C.

13. L’espressione «quelli del settimo» non è perspicua, e forse già gli interpreti antichi non la capivano con sicurezza. Si è pensato che l’espressione si riferisse a una data o indicasse il giorno del mese in cui Argo fu sconfitta da Sparta. Altri pensano che l’espressione designi un luogo, e un gruppo di persone, p. es. i membri della 7a tribù. La vittoria del re spartano Cleomene su Argo è collocata nel 519 o nel 509. Quanto ai perieci non è chiaro se qui Aristotele usi il termine nel senso generico di “servi”, sicché Argo sarebbe stata costretta ad accogliere nella cittadinanza alcuni dei propri servi, oppure nel significato ristretto di perieci spartani (cfr. n. 68 del II libro), che in questo caso Argo sarebbe stata costretta ad accogliere.



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