Probst Jennifer - 2013 - Vendetta piccante by Probst Jennifer

Probst Jennifer - 2013 - Vendetta piccante by Probst Jennifer

autore:Probst Jennifer [Probst Jennifer]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Romance, Fiction, General
ISBN: 9788863808322
Google: O-dgAwAAQBAJ
Amazon: 8863808325
editore: Corbaccio
pubblicato: 2014-01-01T23:00:00+00:00


Capitolo settimo

Miranda aprì la porta del famoso ristorante francese e si trascinò dietro Gavin. L’atmosfera sofisticata ricordava un bistrot parigino: luci soffuse, tavolini rotondi, mogano alle pareti, snobismo e riservatezza insieme. Lei sapeva per esperienza che, più sciatta si presentava nell’aspetto, meno le persone erano portate a guardare sotto la superficie per riconoscere il critico gastronomico. Il LaSaveur ultimamente furoreggiava e si era costruito una reputazione sulla cucina ricercata e sull’uso squisito che faceva dell’olio al tartufo. Peccato che il proprietario fosse in grado di riconoscere un critico a naso, e di servirlo di conseguenza. Lo scopo di Miranda era farsi un’idea generica e imparziale del locale, ma avrebbe considerato una vittoria riuscire a consumare un solo piatto prima di essere smascherata.

Si strinse attorno alle spalle la pelliccia sintetica e diede il nome alla ragazza all’ingresso.

L’altra, rigida come i vestiti alla moda che indossava, la squadrò con freddezza. «Qui riceviamo le prenotazioni con mesi di anticipo», disse.

Miranda si morse il labbro. «Sono una lontana cugina di J.J. Abrams. Avrò una parte nel suo prossimo Star Trek. Le consiglio di controllare di nuovo.»

La ragazza andò a chiamare il direttore di sala.

Gavin abbassò la testa e le parlò all’orecchio. «Stai scherzando, vero?»

«Zitto. Non rovinarmi la copertura. Ti avevo avvisato che questa sera per me era lavoro.»

«Se finiamo su YouTube, sono rovinato.» I suoi occhi grigi e penetranti brillavano di sorpresa e lussuria. Lei sospirò e cercò di non lasciarsi distrarre dal suo completo nero Calvin Klein. Gavin non si era rasato e il mento e le guance ruvidi gli davano un aspetto pericoloso. Portava un cappello di feltro basso sulla fronte. Il Rolex e l’orecchino con il diamante falso scintillavano. Mmm. Tutto da mangiare.

Quanto a lei, indossava poco o niente. Nella parte del trofeo un po’ trash di un arricchito, si era calata in un abitino rosso fuoco che le copriva a stento il sedere e le strizzava i seni. La parrucca bionda e il trucco pesante nascondevano i capelli rossi e la carnagione pallida. Riuscire a entrare come una persona qualunque e non come la famosa Miranda Storme avrebbe fatto la differenza per la sua recensione.

Miranda amava la ristorazione. Era un mondo contorto. Al posto della ragazza arrivò un uomo dall’aspetto distinto, con capelli sale e pepe, mani scarne e il naso arricciato. Li accompagnò a un tavolo, cercando palesemente di formarsi un’opinione su quei nuovi clienti così volgari che si erano aperti a forza un varco nel suo ristorante. Gavin recitava la sua parte con grande disinvoltura, e grugnì quando il direttore di sala sbirciò nella scollatura di Miranda. L’uomo diede loro due menu e si affrettò ad allontanarsi.

«E se qualcuno mi riconosce? A mio padre verrà un infarto.»

Vederlo preoccupato per suo padre la intenerì e gli strinse la mano sopra il tavolo. «Tranquillo, Sonny.» Rise per aver usato il nomignolo del Padrino che tanto detestava. «Cosa prendiamo?»

«Quello che vuoi, bambola. I soldi non sono un problema.»

«Buonasera, signori. Signora.» Il cameriere sciorinò la lista dei piatti del giorno. Miranda memorizzò quanto più possibile del menu e dei prezzi, studiando nel frattempo i decori della sala.



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