Psiche by Erwin Rohde

Psiche by Erwin Rohde

autore:Erwin Rohde [Rohde, Erwin]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biblioteca Universale Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2018-10-18T22:00:00+00:00


I profani

1. La teologia e la filosofia che, ognuna a suo modo, tentavano di superare una fede popolare che non bastava a soddisfarle, potevano guadagnare solo a poco a poco un’influenza che, dalla stretta cerchia di persone cui s’erano rivolte da prima, s’estendesse ai circoli che avevano radicate le loro opinioni proprio in quelle credenze popolari. Durante il primo fiorire degli studi teologici e filosofici appena qualche voce sorta qua e là poteva lasciar immaginare che la credenza nell’immortalità e nella natura divina dell’anima umana o nel riattaccarsi di tutto ciò che ha anima ad una causa prima imperitura, da cognizione di pochi filosofi illuminati sarebbe diventata convinzione del popolo e degli indotti. «Dopo la morte del corpo rimane viva la immagine della vita: essa sola viene dagli dèi» dice Pindaro414. Ma per quanto egli affermi qui con sicurezza e come senz’attendersi a contraddizioni l’immortalità dell’anima, conseguenza della sua natura divina, pure allora questa non poteva essere persuasione che di singoli circoli, che avessero adottato un tal modo di vedere. Non per puro caso si cercherebbe invano una rappresentazione ispirata della dignità e dei destini dell’anima, nei frammenti della poesia lirica e semilirica (giambo-elegiaca) pervenuti fino a noi, poesia che, dovendosi rivolgere a un pubblico largo e misto, dà al pensiero e al sentimento un’espressione accessibile a tutti. L’indagine non s’indugia su un terreno così oscuro; ma dove le riesce di gettarvi un lampo di luce fuggevole, si mostrano ancor sempre i contorni d’un mondo degli spiriti quale l’aveva immaginato la fantasia d’Omero.

Vita e luce ci sono soltanto sulla terra415; la morte, cui tutti dobbiamo cedere416, conduce le anime in un regno del nulla417; il morto giace nella fossa muto, come una statua418. Non nell’al di là pieno d’ombre, ma sulla terra si compie la giustizia divina419 che colpisce il colpevole o i suoi discendenti in cui riviva qualche cosa di lui; e chi muore senza eredi porta seco nell’Ade come un dolore profondo quest’idea di non lasciare una discendenza420.

Provocato da un aumento della cultura che acutizzava tutti i senti­menti, in questo tempo si fa sentire più forte e più doloroso il lamento per le fatiche e le difficoltà della vita, per l’oscurità delle vie ch’essa batte e l’incertezza degli scopi che persegue421. Narrava un’an­tica leggenda che Sileno, lo spirito dei boschi dotato di chiaroveggenza, s’era liberato dal re Mida che l’aveva colto tra i suoi roseti sul Bormio lasciandogli una sentenza piena di dolorosa ­sapienza, che non ci si stancò mai di ripetere sotto varie forme: non esser nato è il meglio per l’uomo, ma quando sia nato deve desiderare di rientrare422 al più presto nel regno della notte e dell’Ade423. La gioia di vivere alla luce non è più così piena d’abbandono, così sicura di sé come un tempo: tuttavia non se ne cerca il compenso in un regno ultraterreno di giustizia e di felicità senza fatica, anzi predomina più tosto uno stato d’animo per il quale la pace è il miglior bene del mondo: e pace si trova nella morte.



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