Puoi sentire la notte? (Italian Edition) by Costa Paolo

Puoi sentire la notte? (Italian Edition) by Costa Paolo

autore:Costa Paolo [Paolo, Costa]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Narrativa e letteratura
Amazon: B075VD3TPJ
editore: Milena Edizioni
pubblicato: 2017-09-26T00:00:00+00:00


STEFANO

A due giorni di distanza dal mio incontro con Kevin, capisco di essermi totalmente dimenticato di Selene quando mi arriva un suo messaggio pieno di insulti e faccine tristi. È vero, neanche lei mi ha scritto o chiamato, ma la perdono perché so quanto sia concentrata con l’ultimo anno di scuola. Così la chiamo senza prima rispondere ai messaggi.

Passano un paio di squilli, poi raddoppiano e finalmente risponde. «Oh, ciao Selene!» dice, e fa la voce grossa. «Quanto mi sei mancata!»

Capisco lo scherzo, così mi tappo il naso e faccio uscire una voce stridula. «Oh, anche tu Stefano!» La rendo più affettuosa di quanto non sia. «Ma sai, sono stata super impegnata con la scuola.» Accentuo la parola “super”, per rendere la mia parodia più snob.

Sento il suo tono di voce alterarsi. «Selene, qualcosa non va? Non useresti mai la parola “super”!»

Stringo le labbra per trattenermi dal ridere ad alta voce. «Oh mamma, è proprio super vero» continuo ad atteggiarmi. «Ma con la scuola ho dimenticato sia il mio migliore amico che me stessa.»

Non sembra tanto contenta della frecciatina che le ho lanciato, perché torna al suo ruolo originale. «Stronzo! Tu scherzi, ma è tutto vero» mi dice sbuffando. «Sono stanca!»

«Immagino quanto potresti stancarti se venissi a prenderti per uscire.» Così dicendo le lancio un’altra frecciatina. Conosco Selene, so che non è mai stanca quando si tratta di andare in giro a fare nulla.

Risponde con un urlo, molto più simile a un ruggito. «No, no! Vieni subito, anzi» si schiarisce la gola, «vieni subitissimo! Diciamo super subito?»

Scuoto la testa. È proprio incorreggibile, penso. «E va bene, arrivo super subito!»

E così, mezz’ora dopo, sono parcheggiato davanti casa di Selene aspettando che la “principessa” finisca di prepararsi e si decida a uscire. Passano quindici minuti, forse anche di più, ma finalmente esce. Pur avendoci messo tutto quel tempo, sembra vestita come una stracciona, con degli orribili pantaloni larghi e una felpa aperta. Rido ancor prima di lasciarla entrare in macchina.

«Belli gli uccelli» le dico indicando l’orrenda texture che le ricopre le gambe. «Gialli e bianchi, eh?»

Fa una faccia disgustata, tira fuori la lingua e imita le mie ultime parole distorcendole. Gira lo specchio retrovisore verso di lei e inizia a prepararsi, tra rossetto e mascara, fino a rendere la ragazza che era poco fa una persona irriconoscibile. Schiocca la lingua un paio di volte e poi sistema lo specchietto com’era prima, facendo un occhiolino al suo riflesso. «Sono bellissima» afferma fiera.

La guardo distrattamente perché noto, nonostante l’avessi giudicata male al primo sguardo, che la sua felpa in realtà la conosco bene. Mi concentro a guardare solo quella. Riconosco il tessuto giallo scuro e la cerniera rossa semi-rotta, le mezze maniche e il cappuccio con i lacci sfilacciati.

Non è sua. Apparteneva a Elisa.

È quello che è rimasto a Selene dello scatolone con i suoi oggetti e vestiti.

Resto a fissare la felpa per un paio di minuti, prima di distrarmi armeggiando con lo stereo. Sento il rumore della zip e con la coda dell’occhio scorgo Selene, con un sorriso spento in volto, che gioca con la cerniera.



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