Quinta dimensione by W. W. Shols

Quinta dimensione by W. W. Shols

autore:W. W. Shols [Shols, W. W.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2013-01-03T16:00:00+00:00


La nebbia artificiale si era dispersa.

Rhodan, Marshall e Okura si ritirarono per un breve tratto nella foresta. I combattenti che erano fuggiti verso oriente non erano più in vista. C'era comunque il pericolo che tornassero nella foresta e si infiltrassero alle loro spalle. Poiché non avevano più sentito esplosioni di mine terrestri, questo avrebbe potuto ridar loro il coraggio.

Ma Rhodan non fu dello stesso parere.

«Le due mine terrestri sono un gioco da bambini al confronto di quel che sta accadendo nella giungla laggiù. Quelle devono essere state bombe. Nessuno dei gruppi che abbiamo incontrato ha cose del genere, per quanto ne so io. Ci può essere una sola spiegazione, alla quale sono stato preparato per un pezzo».

«Lei pensa alla flotta di rinforzo, vero signore?»

«Certamente. Sapete che mi son sempre chiesto che cosa fosse accaduto dell'armata che noi abbiamo sorpreso e decimato vicino a Venere un anno fa. C'erano duecento navi di cui ne distruggemmo soltanto 34. Presumendo che la maggior parte dei vascelli danneggiati sia precipitata su questo pianeta, in base alle probabilità, un certo numero deve essere atterrato senza danni».

«E sono rimaste in attesa per un anno intero?» chiese Marshall scetticamente.

«Perché no, se la loro tattica lo richiedeva?»

In questo momento un'altra ondata di detonazioni rombò in lontananza.

«Bombe normali di vecchio tipo» dichiarò Marshall. «Certamente da parte loro, non da parte di una spedizione di soccorso della Nuova Potenza!»

«Puoi togliertelo dalla testa, John. Se Bell non può atterrare, nessun'altra nave può farlo. La barriera del cervello positronico è insormontabile. Quindi è perfettamente chiaro che quelli che gettano bombe devono essere arrivati su Venere prima di noi. E devono avere a disposizione degli aeroplani».

I due mutanti non poterono contraddirlo.

«Ad ogni modo, sembra incredibile».

«Solo perché non conosciamo tutti i retroscena» insistette Rhodan. Poi improvvisamente si mise in guardia. Anche Marshall e Okura voltarono la testa nel tentativo di cogliere un suono lontano.

Un rombo lento e soffocato si estendeva nell'aria. Non il tuonare delle bombe o delle granate.

«Eccolo!» gridò Son Okura indicando improvvisamente il sudest. Rhodan e Marshall tuttavia non vedevano niente.

«Elicotteri! Diavolo non li riconoscete?»

«A giudicare dal rumore hai ragione, Son. Ma stanno volando probabilmente tra quelle nuvole basse».

«Naturalmente, signore. Mi scusi ma per un momento ho dimenticato che…»

«Tienili d'occhio. Mi interessa sapere in che direzione vanno».

Rhodan attivò a titolo di prova il ricevitore del suo bracciale. Girò il selettore di frequenza sulla banda possibile di onde corte. L'apparecchio si sintonizzò automaticamente quando ricevette un segnale.

Rhodan si portò il bracciale all'orecchio e fu testimone della conversazione tra Tomisenkov e il colonnello Raskujan. Marshall e Okura fecero la stessa cosa, poiché entrambi portavano apparecchi identici.

Il breve ed accalorato dialogo fu molto istruttivo. Rhodan sorrise soddisfatto ma poi ridivenne serio.

«Avevo ragione. Li terremo sotto controllo finché saranno tanto cortesi da usare la radio. È tipico della razza umana di non poter vivere in pace da nessuna parte. Solo un po' di gente normale proveniente dalla Terra e già stanno rompendo reciprocamente la testa su Venere, malgrado il fatto che ci troviamo sulla soglia del mondo cosmico e dobbiamo imparare a viverci.



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