Rapporto di minoranza e altri racconti by Dick Philip K

Rapporto di minoranza e altri racconti by Dick Philip K

autore:Dick Philip K.
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788834710265
editore: Fanucci Editore
pubblicato: 2011-08-21T16:00:00+00:00


L'aria notturna era fredda. La terra si stava raffreddando. Klaus fece un profondo respiro, riempiendosi i polmoni. Lui e Hendricks salirono in superficie, fuori dal tunnel. Klaus piantò bene i piedi a terra, con il fucile sollevato, di guardia e in ascolto. Hendricks si accovacciò accanto all'imboccatura del tunnel, regolando la piccola trasmittente.

«Si sente qualcosa?» chiese subito Klaus.

«Ancora niente.»

«Provi di nuovo. Racconti loro cosa è accaduto.»

Hendricks continuò a provare. Senza successo. Alla fine abbassò l'antenna. «È inutile. Non mi sentono. Oppure mi sentono ma non vogliono rispondere. Oppure...»

«Oppure non esistono più.»

«Proverò un'altra volta.» Hendricks alzò l'antenna. «Scott, mi sente? Risponda!»

Rimase in ascolto. Si sentiva solo un rumore statico. Poi, ancora molto debolmente...

«Qui è Scott che parla.»

Hendricks serrò le dita sulla trasmittente. «Scott! E' lei?»

«Sono Scott.»

Klaus si accovacciò. «E' il suo comando?»

«Scott, mi ascolti. Capisce quello che dico? Si tratta di loro, degli artigli. Ha ricevuto i miei messaggi? Mi ha sentito?»

«Sì» disse Scott debolmente, in modo quasi impercettibile. Riusciva a malapena a pronunciare le parole.

«Ha ricevuto il mio messaggio? È tutto a posto nel bunker? Nessuno di loro è riuscito a entrare?»

«Qui è tutto a posto.»

«Hanno cercato di entrare?»

La voce era più debole.

«No.»

Hendricks si rivolse a Klaus. «Stanno tutti bene.»

«Sono stati attaccati?»

«No.» Hendricks premette ancora di più il microfono all'orecchio. «Scott, la sento appena. Ha comunicato con la Base Luna? Sono informati? Sono in allerta?»

Nessuna risposta.

«Scott! Mi sente?»

Silenzio.

Hendricks si rilassò, quasi afflosciandosi. «E' caduta la comunicazione. Devono essere gli stagni radioattivi.»

Hendricks e Klaus si guardarono l'un l'altro. Nessuno dei due disse niente. Dopo un po', Klaus chiese: «Le è sembrata la voce di uno dei suoi uomini? È riuscito a identificare la voce?»

«Era troppo debole.» «Quindi non ne è sicuro?»

«No.»

«Allora avrebbe potuto essere...»

«Non lo so. Ora non ne sono sicuro. Torniamo giù e chiudiamo il portellone.»

Scesero lentamente la scala che portava nella calda cantina. Klaus chiuse il portellone alle loro spalle con il catenaccio. Tasso li stava aspettando, il volto privo di espressione.

«Ci siete riusciti?» chiese.

Nessuno dei due rispose. «Be'?» disse infine Klaus. «Cosa ne pensa, maggiore? Era il suo ufficiale oppure era uno di loro?»

«Non lo so.»

«E allora siamo punto e a capo.»

Hendricks guardò il pavimento, la mascella irrigidita. «Dobbiamo andare. Per esserne sicuri.»

«Comunque, qui abbiamo cibo solo per due settimane. Dovremmo riemergere in ogni caso.»

«Così pare.»

«Cosa c'è che non va?» domandò Tasso. «È riuscito a mettersi in contatto con il bunker? Qual è il problema?»

«Forse era uno dei miei uomini» disse Hendricks lentamente. «Oppure era uno di loro. Ma restando qui non lo sapremo mai.» Guardò l'orologio. «Andiamo a letto e cerchiamo di dormire un po'. Domattina dobbiamo alzarci presto.»

«Presto?»

«La mattina avremo maggiori possibilità di attraversare il territorio degli artigli» rispose Hendricks.



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