Raynal Patrick - 1988 - Trasparenze by Raynal Patrick

Raynal Patrick - 1988 - Trasparenze by Raynal Patrick

autore:Raynal Patrick
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: General, Fiction
ISBN: 9788871332208
editore: Hobby & Work Publishing
pubblicato: 1998-03-14T23:00:00+00:00


XVIII

LA TAPPARELLA frantuma il giorno e la città arriva borbottando. Grida, clacson, brandelli di rumori sotto la trama sfilacciata di questo sonno del cazzo che aderisce e sbanda fra la nausea di ieri e quella che si preannuncia. Qualunque cosa accada al mattino, è sempre peggio. L'immondezzaio della giornata. Strisciare sotto il riflesso dello specchio, sotto il succo dello sguardo che cola dagli occhi tumefatti. Il randello meccanico appeso in fondo al ventre, simulacro dei desideri della notte. Questo corpo gonfio di umori e di cui i graffiti del Tempo rivelano ogni giorno un po' di più l'inalterabile bruttezza. La massa del mondo che mi pesa sulle spalle, che s'infiltra fin nelle viscere. E questa certezza assoluta, questa intuizione che la realtà è là, nascosta dietro la porta, pronta a saltarvi agli occhi. Charo dormiva, le mani giunte sul ventre. Rimaneva del caffè. L'ho bevuto freddo, in piedi nella penombra. Quasi per vendicarmi di tutte le mattine passate, per segnare la strada del tempo con paletti amari. Ho trovato la città tiepida. E anche indecisa. Sorpresa di essersi alzata così presto e di dover vagare lungo i marciapiedi grigi, le facciate scolorite dai capricci dell'aria salmastra.

Ho infilato l'auto nel caos circostante. Il coro dei cilindri e l'aritmia del blues. Se esiste l'altro mondo, voglio andarci in V 8 e con l'anima satura di un larsen frenetico.

Nicole era già in studio. A dire il vero, il "già" non aveva molto senso. Il mio orologio, andato probabilmente distrutto nel corso della rissa del giorno prima, indicava ormai soltanto l'ora della propria morte. Non ero in grado di stabilire con precisione la data del mio ultimo passaggio. Tutto ciò di cui riuscivo a ricordarmi era che Nicole era là, dietro la sua scrivania, che portava lo stesso cardigan aperto sulla stessa camicetta opaca, che mi sorrideva.

— Messaggi?

Persino da parte mia, era molto conciso. Ho cercato altro mentre il suo sguardo mi scopriva. Qualcosa che non fosse troppo difficile da dire. Non ho trovato niente.

— Sembra stanco.

— No. Sembro uno straccio. L'ho pagata? Di recente, voglio dire.

— Non si preoccupi. Ho compilato il mio foglio paga e mi sono fatta versare lo stipendio. Vuole verificare?

— Verificare cosa? La mia personale inutilità? Lei potrebbe pure vuotare le casse che non basterebbe ancora.

— Anche considerando le circostanze, c'è del vero in quel che dice… Ne ho tenuto conto. In maniera piuttosto consistente…

Ho ricambiato il sorriso.

— È arrivato l'assegno d'Horville. Troverà i messaggi sul bloc-notes. C'è una signora nel suo ufficio. Se vuole cambiarsi, la faccio aspettare.

— Una cliente?

— Non credo. Sembra piuttosto legata alle sue attuali preoccupazioni.

Le mie attuali preoccupazioni… Non fosse altro che per quest'arte di servirsi della litote, il suo aumento non l'aveva rubato, la mia sorprendente collaboratrice.

— Com'è?

— Bella. Nella misura in cui, in materia di donne, diamo lo stesso significato all'aggettivo.

L'ho guardata divertito.

— La ricevo.

— In questo stato?

— Mi spiace. Non ne ho altri.

Era controluce davanti alla finestra. Non si alzò, lasciò che mi avvicinassi alla sua mano tesa. Da prendere o da baciare.



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