Recalcati Massimo - 2010 - Il soggetto vuoto. Clinica psicoanalitica delle nuove forme del sintomo by Recalcati Massimo

Recalcati Massimo - 2010 - Il soggetto vuoto. Clinica psicoanalitica delle nuove forme del sintomo by Recalcati Massimo

autore:Recalcati Massimo [Recalcati Massimo]
La lingua: ita
Format: epub
Amazon: B015H99G4E
editore: Edizioni Centro Studi Erickson
pubblicato: 2015-09-16T22:00:00+00:00


Il panico e i non-luoghi

Entriamo ora nel merito del panico. Possiamo dire che Freud si occupa molto dell’angoscia, ma non altrettanto del panico. Su quest’ultimo si sofferma, per quanto ne so, solo in Psicologia delle masse e analisi dell’Io, parlandone in riferimento alle organizzazioni della Chiesa e dell’Esercito. Chiesa ed Esercito sono imperniati sulla logica paterna: nella Chiesa, il Papa rappresenta ovviamente il Padre, cui seguono il vescovo, i sacerdoti, i preti e i fedeli, posizionati gerarchicamente secondo una logica paterna; nell’Esercito, il comandante in capo è padre del tenente, il tenente è padre del sergente, il sergente è padre del soldato semplice, e perciò vi è una sorta di gerarchia paterna. Freud lo dice esplicitamente: il capo è il padre. Parliamo ovviamente in termini simbolici: padre non è solo il papà, ma chiunque si trovi in una posizione simbolica nell’ambito di una determinata organizzazione. La dimensione paterna è sempre in gioco in ogni gerarchia; quando in battaglia muore il comandante in capo, cadono il capo e l’ideale paterno, e si scatena il panico perché viene meno il legame tra le persone del gruppo e della massa. Senza un punto di riferimento verticale, anche i legami orizzontali non tengono: le relazioni fra simili possono funzionare solo se c’è qualcuno che stia a capo, che le sappia tenere insieme. Senza di lui o di lei — perché chiaramente anche una donna può essere a capo di un’istituzione, in quanto la funzione paterna è simbolica e non anatomica — si sfalda tutto. Senza il legame tra le persone si crea il panico, si scatena una paura irragionevole, ognuno inizia a preoccuparsi solo di se stesso. La modalità paterna di organizzare soggettivamente la pulsione crolla, e non ne è immediatamente disponibile un’altra. Per questo Freud sostiene che nel contesto militare si mira apertamente a suscitare il panico per mandare allo sbando lo schieramento avversario; sostenendo ciò egli afferma quindi, velatamente, che bisogna cercare di difendere l’Esercito dalla paura e dal timor-panico.

Sempre nella teoria freudiana è evidente come l’angoscia corrisponda al momento in cui il legame libidico si scioglie a livello individuale. Nel panico, invece, si manifesta un fenomeno collettivo e lo scioglimento dei legami libidici avviene piuttosto a livello del gruppo: questo è molto interessante, perché il panico spesso emerge, per esempio, in contesti come il centro commerciale, in cui vengono a trovarsi nello stesso momento molte persone, ma con un legame libidico piuttosto tenue. Il tempo del panico, un libro dedicato alla clinica del panico curato da Franco Lolli, comprende un mio contributo in cui ho ripreso il concetto, introdotto da Marc Augé, dei «non-luoghi»: quei contesti come il centro commerciale, la metropolitana, la stazione, l’aeroporto, in cui molte persone stanno insieme, in cui c’è una forte aggregazione umana senza che però questo costituisca un luogo antropologico. In antropologia, secondo Augé, c’è luogo solo nel momento in cui ci sono una memoria e una storia condivise, un legame partecipato, una tradizione che si è sedimentata; altrimenti, ci sono solo non-luoghi. E, guarda



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