Romeni d'Italia by Pietro Cingolani

Romeni d'Italia by Pietro Cingolani

autore:Pietro, Cingolani [Cingolani, Pietro]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Il Mulino/Ricerca
ISBN: 9788815143952
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2009-10-14T22:00:00+00:00


3. Il panettone in vetrina: oggetti, merci e consumi

In Italia ho lavorato tantissimo. La prima cosa che ho fatto con i soldi che ho risparmiato è stata la casa nuova, perché è la cosa più importante. Se non hai un tetto che ti ripara dove vai a metterti? Poi mi sono comprato una bella macchina, grande e comoda, per viaggiare da Torino a Marginea. Quando ho avuto anche la macchina mi è venuto il gusto dei vestiti belli, di marca, come li vedevo a Torino, e ho cominciato a fare molti regali ai miei figli: la bicicletta, lo stereo, la play station […] Adesso ho molte più cose, è cambiato il mio stile di vita, è molto più italiano e meno romeno, e questo lo vedo subito se mi confronto ai miei genitori (Incontro con Cornel, 18/10/2006).

Il paese e le abitazioni sono costellati da una moltitudine di nuovi oggetti che manifestano una modifica degli stili di vita personali. Questi oggetti (automobili, vestiti, elettrodomestici) possiedono una duplice valenza: sono l’espressione di uno status sociale e trasferiscono da Torino a Marginea idee e gerarchie di valori nuove.

Per comprendere il ruolo che le cose hanno nella definizione identitaria è importante adottare una visione dinamica, poiché non solo il significato degli oggetti deriva dall’ordine nel quale vengono categorizzati dalle persone, ma anche le persone danno un significato alla loro quotidianità in base all’esperienza che fanno degli oggetti [Miller 1994]. Nell’analisi culturale dei beni materiali inoltre l’attenzione deve essere rivolta non solo agli oggetti in quanto tali, ma soprattutto alle modalità e ai contesti nei quali vengono consumati. È necessaria infatti una localizzazione spaziale e temporale di questi usi poiché, come ricorda Kopytoff, «ciò che è significativo riguardo all’acquisizione di oggetti stranieri – e di idee straniere – non è il fatto che ci si appropri di essi, ma il fatto che vengano culturalmente ridefiniti e messi in uso» [Kopytoff 1986]. Anche i margineani che sono migrati a Torino attribuiscono un preciso valore a ciò che possiedono e allo stesso tempo è il possesso di questi oggetti che li posiziona all’interno delle relazioni sociali in paese.

Sull’automobile avviene il maggiore investimento simbolico. Questo fenomeno non è legato solamente alla migrazione in Italia, ma si pone in continuità con quanto avveniva già negli anni del comunismo e nei primi anni dopo la caduta del regime. Prima del 1989 il possesso di un’automobile marcava le differenze sociali in paese: la Dacia, l’automobile di stato, era segno di potere economico e soprattutto di potere sociale. Come per tutti i beni di consumo, nella Romania socialista l’automobile di proprietà era una conquista raggiungibile solo grazie alle «giuste conoscenze». In paese, alla fine degli anni ’80, non si trovavano più di cento automobili e appartenevano a notabili, funzionari pubblici e commercianti. Vanda ricorda con precisione la distribuzione delle automobili in paese:

Artemisia non è così ricca come ti ha detto, perché ha avuto la macchina dopo di me. Io l’ho avuta nel 1968, lei più tardi, la mia era la quarta macchina, la sua la sesta.



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