Serao Matilde - 1890 - Il paese di cuccagna by Serao Matilde

Serao Matilde - 1890 - Il paese di cuccagna by Serao Matilde

autore:Serao Matilde
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Longanesi & C.
pubblicato: 1999-12-31T23:00:00+00:00


121

CAPITOLO XII°

LE TRE SORELLE

CHIARASTELLA LA FATTUCCHIERA

L’estate di quell’anno fu assai triste per i napoletani, materialmente e moralmente. Anzi tutto, dalla fine di giugno, lo scirocco estivo si sciolse in pioggia; i temporali coprivano di nuvole nere il golfo; lampeggiava dietro la collina di Posillipo, lampeggiava dietro la collina di Capodimonte e gli acquazzoni estivi, sollevanti un acre odore di polvere, roteavano per le vie della città, dalle colline al mare, in piccole trombe di acqua che facevano fuggire i viandanti, e contro cui i poveri cocchieri senza ombrello, laceri, con certi cappelletti sfondati sulla testa, non poteano far altro che ficcarsi le mani nelle tasche della logora giacchetta, e abbassare il capo sul petto. Ah fu un’estate indiavolata, un vero castigo di Dio; per questo, san Gennaro aveva tardato tanto a fare il miracolo, quell’anno; san Gennaro non sbaglia! Lo scirocco impetuoso sollevava le onde del golfo, furiosamente, ed esse diventavano livide di collera e schiumanti sotto la scura cortina dei nuvoloni: e tutti gli stabilimenti di bagni, dalla Marinella a Posillipo, dovevano tenere sollevati i tavoloni dei camerini di legno, per lasciar passare il mare tumultuoso, che altrimenti li avrebbe spezzati.

Questo fu il vero disastro, irreparabile: poiché le lunghe schiere di provinciali che arrivavano dalle Calabrie, dalla Basilicata, dagli Abruzzi e dal Molise per fare i bagni di mare, e riempiono gli alberghi e le trattorie di second’ordine, e si ficcano in quattro in una carrozzella dove due stanno abbastanza male, quei provinciali che costituiscono la gran rendita estiva di Napoli, paurosi del cattivo tempo, sempre contando di partire la settimana prossima, finirono per non muoversi dai loro paesi. Quelli che erano giunti nella prima settimana di luglio e contavano di restare sino alla fine di agosto, dopo aver potuto prendere un bagno sopra cinque, affrontando il mare in collera, intimiditi e scoraggiati, avevano finito per andarsene, a Campobasso, ad Avellino, a Benevento, a Potenza, con molto dolore delle fanciulle e dei giovanotti. Una stagione perduta! All’albergo dei Fiori, in piazza Fiorentini, all’albergo Campidoglio, in piazza Municipio, all’albergo Centrale a Fontana Medina, vi era il deserto; in quanto all’albergo dell’ Allegria, in piazza della Carità, il grandissimo ritrovo della provincia, era un lutto.

Ai temporali si alternavano le giornate caldissime, estenuanti, una vera temperatura africana: e gli stabilimenti di bagni, De Crescenzo, Cannavacciuolo, Sciattone, Manetta, Pappalardo, avevano cinque giorni di vuoto, e uno di troppa gente: i proprietarii crollavano il capo, mentre le bagnine, scalze, con una camicia e una gonna., un cappello di paglia sul capo, brune, magre, dai denti neri, dalla voce roca, correvano dietro, sull’arena brunastra, alle lenzuola di un biancore dubbio, che il vento soffocava e minacciava di lanciare al mare. Quella pioggia, quella pioggia! Le trattorie del centro di Napoli languivano; ma quella che mette i suoi tavolini all’aria aperta sulla banchina di Santa Lucia, ma le trattorie che vanno da Mergellina a Posillipo, il Bersaglio, la Schiava, il Figlio di Pietro, lo Scoglio di Frisio, che fondano la loro fragile esistenza sul bel tempo,



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.