Sissi: Vita e leggenda di un'imperatrice. by Avril Nicole

Sissi: Vita e leggenda di un'imperatrice. by Avril Nicole

autore:Avril, Nicole
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biografie
ISBN: 9788804381754
editore: Mondadori
pubblicato: 1994-08-31T16:00:00+00:00


Per l’arciduchessa Sofia l’Impero si decompone. Austroungarico? Lei rifiuta di pronunciare questa parola. Come si può mettere sullo stesso piano l’Austria e l’Ungheria? La barbarie guadagna terreno. Lei non aveva messo suo figlio sul trono perché si giungesse a questo infame Compromesso. Ha perduto, si sente vecchia. Le sventure non capitano mai sole, il colpo successivo le sarà fatale; a causa di esso la pugnace arciduchessa perderà persino la gioia di vivere.

Laggiù, all’altro capo del mondo, Massimiliano, il caro, debole, imprevedibile Massimiliano, è in pericolo. La Francia, nel ritirare dal Messico il suo corpo di spedizione, ha consigliato all’arciduca di abbandonare la partita e di tornare in Europa sotto scorta francese. Massimiliano ha esitato. Sa che la sua vittoria è impossibile, la maggior parte dei messicani lo rifiutano. Gli aztechi non hanno forse giurato di vendicare la morte del loro antenato Montezuma su questo Asburgo, discendente di Carlo V? Anche gli Stati Uniti, che hanno concluso la loro guerra di Secessione, si mettono contro di lui. E infine Napoleone III, promotore di questa bizzarra avventura, lo abbandona. Massimiliano è sul punto di accettare la sconfitta, quando sua moglie, ambiziosa ed esaltata, gli ingiunge di rimanere. Il linguaggio di Carlotta è più mistico che strategico. La donna cede alla tentazione della pazzia: «L’onore della Casa d’Austria ha attraversato l’Atlantico, scompare con il sole per risorgere lontano […]. Carlo V ha indicato la via, tu l’hai seguita, non rimpiangerlo […]. Avrai il più bell’impero del mondo».

Rimanendo, Massimiliano sceglie la morte. Dichiara: «Un Asburgo non se ne va gettando il proprio fucile». Effettivamente gli Asburgo non sono bravi come i Borboni nel far divampare la vita, ma sono sempre dignitosi e spesso grandi di fronte alla morte. Indeciso, ora rivoluzionario, ora conquistador, Massimiliano si ricollega nei suoi ultimi istanti alla regola dell’Escorial.

Assediato a Querétaro, sfinito, affamato, malato, resiste per settantadue giorni prima di arrendersi; è allo stremo delle forze, ha esaurito le munizioni. Il suo nemico, Juárez, lo fa prigioniero. A Vienna, Francesco Giuseppe riconferma il fratello in tutti i suoi diritti di membro della famiglia imperiale. Chi oserebbe attentare alla vita di un arciduca? Questo titolo non permette forse di fermare la mano dell’assassino, così come la croce fa indietreggiare il vampiro? In Europa si crede ancora al potere quasi magico della Casa d’Austria, ma in Messico il sangue indiano non si lascia affatto impressionare dal nome degli Asburgo. Juárez fa condannare a morte Massimiliano. Tribunale militare, crimini contro la nazione messicana. Sentenza esecutoria entro tre ore. Calmo, Massimiliano distribuisce un’oncia d’oro a ciascuno degli uomini del plotone di esecuzione. Sei proiettili nel petto. Di questo arciduca, che avrebbe voluto somigliare a Heine, rimane il quadro di Manet.

Massimiliano muore a Querétaro il 19 giugno 1867, undici giorni dopo la consacrazione di Buda-Pest, ma la notizia della sua esecuzione giunge in Europa solo alla fine del mese. Francesco Giuseppe ed Elisabetta ricevono il telegramma a Ratisbona, dove sono andati ad assistere ai funerali del loro cognato, il marito di Elena. Néné, la giovane vedova, è distrutta.



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