Solo. Walter Bonatti dal K2 al Dru by Diego Alverà

Solo. Walter Bonatti dal K2 al Dru by Diego Alverà

autore:Diego Alverà [Alverà, Diego]
La lingua: ita
Format: epub
editore: 66THAND2ND
pubblicato: 2024-07-06T00:00:00+00:00


14. RESA

Lui e Mauri, il «Bigio», si conoscono da tempo, dal servizio militare prestato nel Sesto Reggimento Alpini. Hanno trascorso assieme il periodo del Car a Merano prima della destinazione in battaglioni diversi, il Bolzano, a Vipiteno, per Walter e l’Edolo, a Brunico, per Carlo. La sorte li ha riuniti più volte in occasione di esercitazioni congiunte sull’Ortles e sul Pomagagnon, prima del definitivo trasferimento di Walter alla Scuola Militare Alpina di Aosta, che lo avrebbe portato in giro per molte valli occidentali.

Lui e Carlo hanno caratteri diversi ma possiedono lo stesso sacro fuoco per l’avventura. Per entrambi scalare è qualcosa di intimo e personale. Entrambi sono diventati adulti in parete. Sulla roccia hanno imparato a cavarsela, a fronteggiare l’imprevedibile, a comprendere cosa vuol dire vivere ogni istante della propria esistenza.

E poi condividono la medesima viscerale passione per le Grigne, alla cui base un misterioso destino li aveva convocati al termine del servizio militare.

Dopo un tentativo di scalata sulla Comici-Dimai, sotto la Cima Grande, negli ultimi mesi del servizio militare Walter si era messo in testa di scalare le nord di Lavaredo e, così, aveva preso ad allenarsi nei mesi invernali, salendo, ogni sabato sera, alla base della Grignetta, dove rimaneva in bivacco per l’intera notte in attesa che la luce dell’alba illuminasse la roccia e gli consentisse di scalarla.

Mauri, nel frattempo, stava progettando una scalata invernale alla sud-ovest della Cima Scotoni e, più o meno per gli stessi motivi, aveva eletto il medesimo pilone a palestra d’allenamento.

Quello del bivacco notturno, peraltro, era un rito collettivo già ben frequentato che andava avanti da tempo. La base delle Grigne era, infatti, diventata per i «Peleos» una sorta di ritrovo del sabato sera.

Salivano tutti nel tardo pomeriggio e si ritrovavano lì, alla base della parete, per testare la resistenza al freddo, per allenare il corpo a neve, ghiaccio e gelo, per imparare a resistere fisicamente e psicologicamente alle condizioni più severe.

Così, per qualche settimana tra novembre e gennaio, Walter, Carlo e i rispettivi compagni di corda si erano ritrovati il sabato sera lì, all’ombra dello stesso campanile innevato. Ne era nato una sorta di sodalizio, di compagnia, che però si sarebbe ben presto spezzata.

Dopo uno sfortunato tentativo di ascensione sulla Tofana di Rozes, Walter era infatti rimasto senza compagno ed era tornato sotto le Grigne a meditare sul progetto. Vi avrebbe ritrovato Carlo, a sua volta abbandonato dal suo compagno di corda. I due avevano trascorso la notte in tenda progettando di unire le forze.

Lui e Bigio avevano parlato a lungo delle pieghe che stavano prendendo le loro esistenze e della passione per le verticali di roccia. Era stato un passaggio importante, che aveva gettato le fondamenta per un lungo rapporto di amicizia.

Per scalare assieme bisogna condividere, bisogna trovare una sintonia di fondo, una musica comune. Bisogna intuire quando c’è bisogno di una battuta e quando, invece, ci si può perdere nel silenzio incantato delle vette. E poi servono pazienza, attenzione e cautela, perché ogni esitazione si riflette sul compagno di corda.

Ma a lui e Bigio le cose venivano semplici e naturali.



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