Sotto l'iceberg by Luigi Zoja

Sotto l'iceberg by Luigi Zoja

autore:Luigi Zoja [Zoja, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2023-07-27T22:00:00+00:00


15. Catastrofi e sogni1

Catastrofe è il «rovesciamento (dal greco katastrophé) del mondo» in cui è immerso un soggetto. I sogni catastrofici mostrano quindi un prodotto estremo dell’inconscio, ma anche una continuità tra la psiche individuale e quella collettiva. In questi casi, il sogno di un singolo può esprimere la sofferenza comune meglio che il lamento della massa. Ciò implica, oltre a quello di psiche collettiva, un altro concetto introdotto da Jung: in momenti particolari, l’inconscio di un individuo può produrre «grandi sogni», le cui immagini erompono dall’individuo, ma il cui senso appartiene a tutto il popolo.2 Come si arriva a sapere se un sogno è «grande»? Il sognatore lo saprà istintivamente: è sopraffatto da un sentimento di partecipazione collettiva.3 Se abitualmente sentiamo il sogno come qualcosa di intimo, spesso imbarazzante, che preferiamo tenere per noi, in questi casi proviamo al contrario un disagio se non lo condividiamo con la comunità, cui con evidenza appartiene. Sognando una catastrofe collettiva in cui è immerso, dunque, l’uomo sprofonda in un inferno dantesco, ma contemporaneamente viene elevato a una rara condizione di grazia: prova un senso di condivisione istintivo, semplicissimo, indiscusso.

In casi simili, la schiacciante prevalenza del contenuto collettivo su quello individuale permette uno studio dei sogni di forma particolare: ha senso discuterli4 anche senza possedere le associazioni e le altre amplificazioni che il sognatore può fornire, anzi senza conoscerlo personalmente.5

Esamineremo ora due sogni di Primo Levi (1919-1987), scrittore ebreo italiano sopravvissuto ad Auschwitz;6 e altri due di Michihiko Hachiya (1903-1980), il direttore dell’Ospedale delle comunicazioni di Hiroshima al tempo dell’esplosione, sopravvissuto al primo bombardamento atomico (in giapponese, per esprimere una condizione così estrema si usa il termine hibakusha).7 Il nostro vuole essere un discorso psicologico, non uno dei paragoni tra Auschwitz e Hiroshima che hanno già causato tante polemiche. Auschwitz faceva parte di un deliberato e complesso progetto genocida. Il bombardamento di Hiroshima fu invece la intenzionale sperimentazione di una nuova arma su una massa di civili, per cui storici e giuristi rifiutano il concetto di genocidio. In entrambi i casi, tuttavia, si trattò di smisurate catastrofi condivise. Levi ha creato la nozione di «zona grigia» proprio per discutere i problemi etici di Auschwitz: perfino lì bene e male non si lasciavano distinguere come bianco e nero, ma si sovrapponevano. I sogni di catastrofe possono costituire la porta di ingresso a un problema che è morale prima ancora che clinico. L’idea di una zona grigia che racchiude la complessità etica può valere per Hiroshima come per Auschwitz. L’attacco americano fu mostruoso, ma dal punto di vista generale della civiltà, la vittoria degli Stati Uniti era comunque più auspicabile di quella dell’Asse.

Il capitolo «Le nostre notti» di Se questo è un uomo descrive i sogni del lager, i quali ricorrono in vari modi. Lo stesso sognatore ripete spesso lo stesso sogno in momenti diversi, ma anche lo stesso sogno viene sognato da più persone, nello stesso o in un altro momento.8

Levi racconta come si stende sul letto, in ogni stretto pagliericcio dormono due detenuti.



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