Storia della filosofia Occidentale Vol. 1 by Bertrand Russell

Storia della filosofia Occidentale Vol. 1 by Bertrand Russell

autore:Bertrand Russell [Russell, Bertrand]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2012-04-26T12:28:45+00:00


Da’ al giovane tre soldi, dato che deve comunque trarre un guadagno da ciò che apprende». Il disprezzo per la vita pratica era, però, pragmaticamente giustificato.

Nessuno, al tempo dei Greci, supponeva che le sezioni coniche avessero un’utilità; infine, nel 17esimo secolo, Galileo scoprì che i proiettili descrivono una parabola, e Keplero scoprì che i pianeti descrivono un’ellisse.

Immediatamente il lavoro che i Greci avevano fatto per puro amore della teoria divenne la chiave dell’arte bellica e dell’astronomia.

I Romani avevano una mentalità troppo pratica per apprezzare Euclide; il primo a citarlo è Cicerone, ai cui tempi non esisteva probabilmente alcuna traduzione latina del testo; anzi non esiste alcun riferimento a una traduzione latina prima di Boezio (480 d.C.

circa). Maggiormente lo apprezzarono gli Arabi: una copia venne consegnata al Califfo dall’Imperatore bizantino intorno al 760 d.C., e una traduzione in lingua araba venne eseguita sotto Harun al Rascid, intorno all’800 d.C. La prima traduzione latina, ancora esistente, fu eseguita, dall’arabo, da Adelardo di Bath nel 1120 d.C. Da allora in poi lo studio della geometria via via si risvegliò nell’Occidente; ma non fu che nel tardo Rinascimento che si fecero importanti progressi. Vengo ora all’astronomia, campo in cui le conquiste greche furono altrettanto considerevoli che in geometria. Prima di loro, tra Babilonesi ed Egiziani, parecchi secoli di osservazione avevano creato una base. I moti apparenti dei pianeti erano stati calcolati, ma non si sapeva che le stelle della mattina e della sera fossero le stesse. Era stato scoperto un ciclo di eclissi, certamente in Babilonia e probabilmente in Egitto, il che rese quasi effettuabile la predizione delle eclissi lunari, ma non quella delle eclissi solari, dato che queste non erano sempre visibili in un dato posto. Dobbiamo ai Babilonesi la divisione dell’angolo retto in novanta gradi, e del grado in sessanta minuti; essi avevano una preferenza per il numero sessanta, su cui basavano anche un sistema di numerazione. I Greci amavano attribuire la saggezza dei loro innovatori ai viaggi in Egitto, ma in realtà prima dei Greci era stato scoperto assai poco.

La predizione d’una eclisse da parte di Talete fu, però, un esempio dell’influenza di altre civiltà; non c’è ragione di supporre ch’egli abbia aggiunto alcunché a ciò che apprese dalle fonti egiziane o babilonesi, e fu un colpo di fortuna che la sua predizione si avverasse.

Cominciamo con alcune delle prime scoperte e con le ipotesi corrette. Anassimandro pensava che la terra galleggiasse liberamente e fosse appoggiata sul nulla. Aristotele, (De Coelo, 295b) che sovente respinse le migliori ipotesi del suo tempo, si opponeva alla teoria di Anassimandro per cui la terra, essendo al centro, rimaneva immobile non avendo nessuna ragione di spostarsi in una direzione piuttosto che in un’altra. Se questo fosse vero, diceva, un uomo posto al centro d’un cerchio con del cibo posto in vari punti della circonferenza morirebbe di fame perché non avrebbe nessuna ragione di scegliere una porzione piuttosto che un’altra. Questo ragionamento riappare nella filosofia scolastica, non in rapporto con l’astronomia, ma con il libero arbitrio.

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