Storia intima dei ceti medi by Enrica Asquer

Storia intima dei ceti medi by Enrica Asquer

autore:Enrica Asquer [Asquer, E.]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Quadrante Laterza
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2011-07-06T16:00:00+00:00


2. «Usciva presto, sempre puntuale in ufficio, si metteva tutto bene e salutava»: impiegati a Cagliari

Cagliari, Genneruxi, lunedì 21 settembre 1970, ore 5,30

Nei nuovi appartamenti della cooperativa Terra Irrigua si erano trasferiti ormai tutti. Dimenticate le ferie d’agosto e le fatiche del trasloco, per alcuni impiegati dell’Ente Autonomo del Flumendosa la settimana lavorativa ricominciava al mattino presto.

A Renato B., direttore dell’Ufficio Speciale Studi Agropedologici, e a Massimo A., suo diretto subordinato nonché presidente della cooperativa ormai in via di scioglimento, spettava una levataccia: li attendeva il lavoro nel laboratorio di analisi del suolo fuori città, a circa un’ora di auto.

In casa di entrambi, anche le mogli si sarebbero presto messe in movimento. Camilla, moglie di Massimo, insegnava in una scuola fuori Cagliari. Benedetta automobile e benedetta patente: l’aveva appena presa e finalmente erano finite le corse alla stazione per il treno delle 7. A questo proposito, la pensava esattamente come le automobiliste intervistate proprio in quell’anno dalla rivista «Quattroruote»: in maggioranza avevano risposto che l’auto era uno strumento imprescindibile, che permetteva «autonomia di movimento, efficienza nel lavoro e rapidità di spostamento»24. Anche perché, i tempi di una madre lavoratrice dovevano essere rapidi: per Camilla, la mattina, prima di ogni cosa c’erano due bambini da accudire. Nel giro di qualche minuto sarebbe arrivata sua sorella, preziosissimo aiuto in questi delicati frangenti25.

Nella casa dei vicini, nel frattempo, anche Sandra, moglie di Renato, era già in piedi: questa settimana entrava in servizio come infermiera alle 6 in punto nel non lontano ospedale manicomiale. Preferiva di gran lunga questo turno: la mattinata sarebbe stata intensa, proprio come le piaceva.

Cagliari, Genneruxi, ore 7

Per gli impiegati dell’Ente Flumendosa che stamani non avevano trasferte in campagna, questa era l’ora di uscire per recarsi in ufficio: dal lunedì al venerdì e per undici mesi all’anno, il cartellino all’Ente Flumendosa si timbrava alle 7,30.

Piero P., come i suoi vicini Vincenzo S. e Gabriele C., «usciva presto, sempre puntuale in ufficio, si metteva tutto bene e salutava», lasciando sua moglie alle prese coi bambini. Giorgio P. aveva passato la notte sopra una pratica da ultimare e consegnare entro le 8,30: aveva mandato sua moglie Luisa a dormire, rassicurandola che presto sarebbe arrivato anche lui e invece... «Invece a letto non ci andavo! Tutta la notte cercavo di finirlo e quand’era tutto finito, l’indomani mi facevo la barba, una bella doccia, dai in ufficio! E andavo a consegnare!».

Tranne Bianca, moglie di Piero, che sarebbe uscita poco dopo per andare al lavoro, le altre mogli avrebbero cominciato la loro giornata di dedizione alla famiglia, alla casa, ai figli. Per alcuni di questi, il nuovo anno scolastico era alle porte e nelle famiglie fervevano i preparativi e gli acquisti dell’occorrente: quell’anno «l’equipaggiamento di uno scolaro – avvertiva ‘L’Unione Sarda’ – costa[va] dalle seimila alle trentacinquemila lire»26. Circa 25 mila erano gli scolari che le trentadue scuole elementari cagliaritane si accingevano ad accogliere, rinnovando il tema costantemente dibattuto del sovraffollamento delle classi e dei doppi turni.



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