Terminologia Filosofica by Theodor W. Adorno

Terminologia Filosofica by Theodor W. Adorno

autore:Theodor W. Adorno
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2013-08-31T04:00:00+00:00


22 novembre 1962.

25.

Abbiamo esposto delle considerazioni sul concetto dell’idealismo, da ultimo sul concetto dello spirito, inteso come un principio assolutamente attivo e che produce da sé tutto l’essere. In questa sua forma completamente esplicata il concetto di idealismo perviene a una differenziazione che vi mostrerà come all’interno di concetti filosofici invariati possano cristallizzarsi delle differenze così straordinarie che questi stessi concetti si trasformano quasi nel loro opposto. Per esprimerci ancora più esattamente, entro la cornice di un identico concetto possono riprodursi dei contrasti che di solito si pensa esistano solo fra il concetto in questione e quello che gli si oppone dall’esterno. Kant e Hegel rientrano entrambi sotto il concetto generale dell’idealismo tedesco; mentre Hegel si è sentito, in un certo senso, e a ragione, esecutore delle intenzioni di Kant - se non altro per il fatto che si è considerato come esecutore delle intenzioni di Fichte, che si trova fra Kant e Hegel -, all’interno di questa stessa cornice, e cioè di una filosofia dell’identità, di un pensiero che riduce la realtà allo spirito attivo, produttivo, si riscontrano delle differenze così smisurate che il contrasto che su questa base comune esiste fra i due pensatori non potrà mai essere rappresentato in modo abbastanza radicale. E questo vale per tutti i campi. Nella gnoseologia Hegel rifiuta la separazione kantiana di forma e contenuto così come quella della conoscenza del finito e dell’infinito, con una coerenza straordinaria. Nella filosofia morale all’etica kantiana dell’intenzione viene contrapposta una teoria determinata anche contenutisticamente; ciò è possibile perché per Hegel la materia non è qualcosa di esteriore e casuale, ma anch’essa spirito. Infine, nel campo dell’estetica Hegel rappresenta un idealismo più coerente di quello kantiano, poiché fa valere con un’energia molto maggiore il momento della concretezza e della determinazione contenutistica. Ciò suona dapprima paradossale, ma dopo quello che vi ho detto è del tutto chiaro: l’idealista coerente non conosce nessuna realtà che sia esterna allo spirito, mentre Kant come nell’etica così anche nell’estetica ricorre a forme soggettive, che considera come separate dal contenuto, e quindi in entrambi i campi concepisce teorie essenzialmente formali. Soprattutto l’Hegel più maturo ha fatto la predica a Kant - dobbiamo pur dirlo -, come se si trattasse di uno scolaro, in numerosi passi, per esempio nell’ultima parte della grande Logica, nella logica del concetto. Del tutto similmente Fichte a suo tempo aveva ripreso Kant. Queste singolari trasformazioni che hanno avuto luogo nel concetto di idealismo possono così confermarvi quanto vi ho detto sull’essenza del concetto filosofico in genere: diversamente da quello che suole accadere per i concetti intesi in senso puramente formale, come generalità logiche, nel suo sviluppo esso non resta uguale a se stesso, ma in certi casi per il suo stesso movimento si trasforma nel proprio opposto. È questo che distingue la trattazione della terminologia filosofica da un procedimento puramente definitorio, o anche puramente fenomenologico, e cioè da un procedimento che si limita a descrivere un dato significato dei termini.

Il movimento interno di questo concetto complessivo dell’idealismo si è compiuto con necessità.



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