Ultimatum ore zero by Giulia Sarno

Ultimatum ore zero by Giulia Sarno

autore:Giulia Sarno
La lingua: ita
Format: mobi, epub
pubblicato: 2019-02-10T16:14:46.662000+00:00


13

Erano le nove meno un quarto di quella stessa sera, quando Simona telefonò. Dal tono della sua voce Marcello capì subito che qualcosa non andava.

− Da dove chiami? − le chiese.

− Da casa mia... ho pensato di avvertirvi che l’appuntamento con Frank è rinviato... non volevo che foste in pensiero per me...

− Ma perché Maltese non è più venuto?

− Ha telefonato poco fa che ha un impegno imprevisto... mi aspetta a pranzo domani al Nastro Azzurro... Simona parlava a scatti, con voce leggermente sorda e Marcello cercò d’immaginare la sua espressione imbronciata, delusa. Magari era stata due ore a prepararsi per uscire con quel gangster e lui...

− Hai fatto benissimo a chiamare, Simona − disse con un tono di forzata allegria. − C’è sempre in programma quella pizza, ricordi? Possiamo venire a prenderti subito. O sei arrabbiata con tutto il sesso forte?

Sembrò che lei ridacchiasse nervosamente.

− Non sono arrabbiata e neppure delusa − rispose con un filo di voce. − Forse, solo un po’ spaventata. Marcello s’incollò il telefono all’orecchio.

− Ma perché parli così piano?.... Simona, hai detto che sei spaventata?

− Sono una cretina, ecco che cosa sono − cercò di rassicurarlo lei. − È che poco fa mi è parso di sentire dei rumori... per le scale...

Ebbe un singulto.

− Dici sul serio? − domandò agitato Marcello. − Rumori di che genere... di passi?

− S... sì.

La voce di Simona si attenuò fino a diventare quasi un soffio.

− C’è qualcuno, Marcello, sono sicura... ho sentito distintamente il clic dell’interruttore... e un ansimare strano... lì, dietro la porta... come il rantolo di un... v... vampiro....

In un attimo alla fantasia di Marcello si presentò la scena che ogni regista di rispetto si ritiene in obbligo di non far mancare mai in un classico film dell’orrore: la casa pressoché deserta, una ragazza sola che vede volare in schegge, sotto i colpi di scure del mostro, il legno della porta... e lui, l’uomo senza volto, il folle piromane, il vampiro assetato di sangue...

Fu una frazione di secondo, non di più, ma riuscì anche a immaginare la figura pallida di Simona, stesa sul letto, i suoi occhi dilatati dal terrore, le mani bianche e delicate inutilmente strette sul telefono...

− Simona...

Non poté dire altro.

− Simona... non riattaccare... lui... c’è ancora? Parlavano adesso in un concitato scambio di mormorii.

− Sta scendendo... se ne va, forse... sì, sento i passi che risuonano giù per le scale.

La ragazza si mise a singhiozzare.

− Sono una stupida e ho spaventato anche te, scommetto.

Marcello non riusciva ancora a riprendersi.

− Ma sei sicura che non c’è più nessuno? − insistette.

− Direi di sì. Forse era solo qualcuno salito per sbaglio.

− sospirò.

− Sai, per un momento ho perfino pensato che fosse Frank, chissà con quali tenebrose intenzioni, poveraccio!

− Mmmm... per un momento l’ho pensato anch’io − borbottò Marcello, che non riusciva a vedere di buon occhio l’improvvisa simpatia sorta tra la ragazza e il gangster. − Sei più tranquilla, adesso?

− Sì, spero di dormire. Devono essere stati tutti quei discorsi che abbiamo fatto sull’energumeno dell’ultimatum, a montarmi la testa.



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