Una breve abitudine by Filiberto Battistin

Una breve abitudine by Filiberto Battistin

autore:Filiberto Battistin [Battistin, Filiberto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Filosofia, schiavitù, libertà, contraddizioni, profondità di pensiero, sicurezza, insicurezza
editore: Il Prato
pubblicato: 2018-06-25T22:00:00+00:00


Al Lettore

Questo, lettore, è un libro che si sforza di essere sincero. Forse avrei fatto meglio a scrivere ‘di apparire’, perché dopo la psicanalisi come possiamo pensare che esista un qualcosa come la sincerità?

Ogni istituzione possiede uno spirito e una meccanica: quando lo spirito viene meno, l’istituzione si riduce ad un vuoto involucro.

Quando dei miei amici o conoscenti mi raccontano che i loro genitori sono entrati in una fase avanzata di demenza senile, ringrazio Dio per la morte discreta e rapida dei miei genitori. A tanto arriva l’egoismo di figlio.

Non riesco a capire che cosa spinga uomini di grande cultura ed intelligenza a rimanere legati ad un’ideologia, come il comunismo, dopo che questa ha prodotto regimi totalitari ed immani tragedie. Mi viene da rispondere, il bisogno di avere una fede per poter sostenere il peso della vita.

Ma non è molto più bello e appagante fare di ogni dovere un dubbio e di ogni dubbio un dovere?

Capisco il sentimento che s’impadronisce dell’anima di don Fabrizio durante il ballo che porta a compimento il suo progetto di inserimento nella società aristocratica della plebea Angelica, accolta per la sua bellezza, e del rozzo e avido padre don Calogero, accolto per i suoi denari: a lui non rimane altro che corteggiare la morte e sperare di essere accolto quanto prima tra le sue amate stelle, nell’ordine immutabile dei cieli. Per i soldati del regio esercito che avevano disertato per unirsi a Garibaldi nel suo tentativo di conquistare Roma, la morte arriva puntuale all’alba: il nuovo Potere, uccidendo, dimostra tutta la sua solidità.

Dovrebbe essere materia obbligatoria di studio nell’ultimo anno del liceo, un confronto tra il libro di Jean Améri, Intellettuale a Auschwitz, e il libro di Primo Levi, I sommersi e i salvati. Abbiamo sempre bisogno di pensare dialetticamente, tanto più dinanzi all’orrore dei campi di sterminio.

Tvrđava, la Fortezza, nei romanzi di Meša Selimović è il simbolo del Potere, e il Potere è tale perché ha la forza, alla quale nessuno può resistere, di uccidere i propri sudditi. Ma Tvrđava è anche il simbolo della Fortezza che ognuno costruisce dentro di sé, con l’illusione di proteggersi dal Potere. La Fortezza interiore uccide lo spirito dell’uomo prima che il Potere ne uccida il corpo.

La mediocrità è difficile da sopportare, e la stragrande maggioranza degli uomini è mediocre.

L’ultimo rifugio della Chiesa, l’ultima Verità alla quale è strenuamente ancorata, è la sacralità della vita. Un ben misero rifugio, e soprattutto anticristiano par excellence.

La mia personale ricetta per sopportare i mediocri? Bere buon vino del Collio friulano e un’eccellente šljivovica della Slavonia croata.

Tra le parti della natura, gli alberi sono il mio più grande amore, tanto che se mi fosse posta la domanda: vuoi la salvezza dell’uomo o degli alberi? non avrei nessuna esitazione a rispondere: gli alberi. Il pianeta terra senza l’uomo me lo figuro benissimo, senza gli alberi assolutamente no.

L’intelligenza degli infanti riempie il mio animo di sempre rinnovata ammirazione: sono il sale della terra.

Rimango sempre basito dinanzi all’intelligenza degli uomini il cui cuore è sclerotizzato:



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