Venezia e il mare nel Medioevo by Ermanno Orlando;

Venezia e il mare nel Medioevo by Ermanno Orlando;

autore:Ermanno, Orlando; [Orlando, Ermanno ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815359735
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2020-08-15T00:00:00+00:00


5. Pratiche commerciali, finanziamenti, monete

La straordinaria espansione commerciale veneziana del Duecento era stata suffragata, infine, dal contestuale sviluppo delle tecniche finanziarie e delle pratiche di mercatura. Quanto ai sistemi di finanziamento, essi comprendevano quattro tipi di contratti, sotto l’aspetto tecnico semplici e di fatto conservativi. Il primo ad imporsi era stato il mutuo semplice, attestato già nel XII secolo come strumento essenziale di finanziamento commerciale, e ciò nonostante il suo alto tasso di interesse – il 20% – e il fatto che fosse normalmente garantito da pegno, per lo più immobiliare. Erano poi emersi, accanto al mutuo semplice, il mutuo ad negotiandum e il prestito marittimo: il primo, destinato a rapida diffusione, prevedeva una divisione a metà degli utili realizzati con il prestito tra mutuante e mutuatario; il secondo, divenuto la forma predominante di investimento nella seconda metà del XII secolo, assicurava al prestatore interessi elevatissimi, dell’ordine anche del 25-50%, e comunque proporzionali ai rischi del viaggio finanziato, allo stesso tempo permettendo al mercante di aumentare il proprio volume di affari e di allargare il proprio mercato di riferimento. A partire dal Duecento, tuttavia, la forma di contratto più utilizzata era diventata sicuramente la commenda o colleganza, che creava una sinergia stretta tra il prestatore, o socius stans, e il mercante, o procertans: il primo metteva per intero (commenda unilaterale) o per i due terzi (commenda bilaterale) il capitale; il secondo compiva materialmente il viaggio, sopportandone rischi e disagi e mettendo a frutto il suo ampio armamentario fatto di esperienza, pratica, know-how e intraprendenza. Gli utili spettavano per i tre quarti al prestatore in caso di commenda unilaterale, mentre erano divisi a metà in caso di commenda bilaterale. Il successo della colleganza era stato determinato dalla sua natura di finanziamento elastico, duttile e condiviso: ogni prestatore, infatti, poteva finanziare più imprese commerciali; i mercanti potevano entrare in società con diversi finanziatori; ogni operatore poteva essere allo stesso tempo investitore e mercante. Ne era risultato, oltre ad un’estrema flessibilità del credito e ad una notevole mobilitazione di capitali, del tutto funzionale ad un commercio marittimo in rapida espansione, l’emersione continua di imprese commerciali provvisorie, capaci di frazionare i rischi e le attività ma anche di garantire ritmi rapidi di arricchimento e fruttuosi dividendi, senza i quali carriere folgoranti come quella di Romano Mairano, di sopra illustrata, non si sarebbero potute realizzare.

Solo nel tardo Medioevo la colleganza aveva conosciuto una sostanziale flessione, sostituita per lo più dalla compagnia, o societas, ossia da imprese commerciali costituite da più soci investitori e da agenti, stipendiati o a provvigione, nei diversi mercati mediterranei. Tale evoluzione era stata la diretta conseguenza dei mutamenti intervenuti nel commercio internazionale, tra cui in particolare la regolarità dei viaggi marittimi e la maggiore sicurezza delle tratte, la fondazione di quartieri veneziani nei maggiori empori stranieri, il progresso delle pratiche nautiche e soprattutto la sedentarizzazione degli operatori, per cui la figura del mercante viaggiatore aveva lasciato il posto a quella del mercante residente, per periodi più o meno lunghi, in terra straniera.



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