Acri 1291 by Antonio Musarra

Acri 1291 by Antonio Musarra

autore:Antonio, Musarra [Musarra, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815332011
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2016-09-14T22:00:00+00:00


Una festa a lungo attesa

Lunedì 24 giugno 1286, festa di san Giovanni Battista, Enrico II sbarcò ad Acri, accompagnato da Baldovino d’Ibelin, connestabile del regno cipriota, e da un folto numero di uomini a piedi e a cavallo[7]. La popolazione lo accolse con grande giubilo, conducendolo presso la chiesa della Santa Croce. I maestri dei tre ordini militari, invece, pur favorevoli a una restaurazione cipriota, preferirono non «impegnarsi nella vicenda per non suscitare il malcontento di nessuna delle parti»[8]. Enrico espresse immediatamente il proposito di risiedere nel castelletto, posto a ridosso del muro interno, occupato dal baiulo e dalle truppe francesi, le quali, però, opposero un netto rifiuto preparandosi a sostenere un eventuale attacco[9]. Non passò molto perché la questione precipitasse: gli avversari si trincerarono all’interno, rifiutandosi di uscire; da una parte e dall’altra iniziarono a trasportarsi pietre e giavellotti. Il sovrano inviò a trattare con Eudes diversi prelati, tra cui il vescovo di Famagosta, il minore Matteo, e l’abate della chiesa del Templum Domini di Acri, Martino; il baiulo, però, si rifiutò d’accoglierli. Ben presto, tuttavia, fu evidente da entrambe le parti la volontà di non giungere alle mani. Si passò, pertanto, alla formalizzazione d’una protesta legale, tentando, al contempo, di fornire a Eudes un modo per salvaguardare l’onore. Il 27 giugno, Enrico convocò presso il proprio alloggio, nel palazzo del signore di Tiro, i notabili della città, dichiarando ufficialmente, per tre volte, che non avrebbe considerato i difensori del castello come ribelli giacché erano francesi; anzi, poiché teneva il re di Francia in grande considerazione, era disposto a chiamarlo come arbitro della controversia[10]. Poco dopo, a seguito dell’intervento dei maestri del Tempio e dei Teutonici, Guglielmo di Beaujeu e Burcardo di Schwanden, e del luogotenente dell’Ospedale, Giacomo de Taxi (il neoeletto maestro dell’ordine, Giovanni di Villiers, si trovava ancora in Provenza), il baiulo acconsentì a consegnare il castello nelle loro mani, scongiurando, in definitiva, quella che avrebbe potuto tramutarsi in una nuova guerra civile[11].

Enrico fu incoronato a Tiro, nella chiesa della Santa Croce, dal domenicano Bonaccorso de Gloire, in nome del patriarca di Gerusalemme, Elia, che allora si trovava a Roma[12]. Era il 15 agosto del 1286, festa dell’Assunzione della Vergine. L’evento fu celebrato in gran pompa. Per l’occasione, i baroni del regno donarono al sovrano una Histoire universelle magnificamente miniata (oggi conservata presso la British Library): un oggetto di lusso, degno d’un sovrano d’Outremer[13]. Poco dopo, questi si recò ad Acri, dove rimase 15 giorni, alloggiando presso l’auberge degli Ospitalieri, nel sobborgo di Montmusard[14]. La popolazione era in visibilio. In suo onore furono inscenate rappresentazioni giocose, traendo spunto dal ciclo della mensa rotunda e da altre epopee allora in gran voga come il Romanzo di Troia. Outremer pareva aver recuperato lo splendore d’un tempo. Si trattò, a detta del Templare, della

festa più bella che si conosca, da cent’anni a questa parte, e di divertimenti e di tornei, e rappresentarono la tavola rotonda e la regina delle amazzoni, cioè cavalieri vestiti da donne, e combattevano insieme, poi fecero



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