Ai confini della realtà by Rod Serling & M. Nati

Ai confini della realtà by Rod Serling & M. Nati

autore:Rod Serling & M. Nati [Serling, Rod & Nati, M.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Science Fiction, Fiction, General
ISBN: 9788834711910
Google: s3ntAAAACAAJ
editore: Fanucci
pubblicato: 2006-04-15T18:18:22+00:00


— Jesse! — urlò Rance, e tutti i componenti della troupe, sbalorditi, alzarono gli occhi.

Rance era in piedi vicino al banco del bar e fissava la propria immagine riflessa nello specchio. Con la coda dell’occhio poteva vedere sopra la sua testa i tecnici delle luci e, alle spalle della sua immagine, c’erano quelle di Sy Blattsburg e del cameraman.

Sy gli arrivò di corsa al fianco, l’espressione preoccupata. — Stai bene, Rance?

— Sì... sì, sto bene — rispose Rance, con un filo di voce. Poi, guardandosi intorno: — Ma dov’eravate andati, tutti?

Il regista scambiò un’occhiata inquieta con parecchi componenti della troupe, e la sua voce suonò ancor più preoccupata quando replicò: — Dov’eravamo andati? Ma non siamo andati da nessuna parte, Rance. Da nessuna, figliolo. Sei sicuro di star bene?

Rance deglutì. — Sicuro... sono sicuro. Sto bene... benissimo.

Sy si girò per mettersi di fronte al set. — D’accordo. Torniamo al lavoro, adesso. Scena centotredici. Jesse è stato sul pavimento...

Rance sobbalzò, trattenendo il fiato, e dovette farsi forza per voltarsi dalla parte dove si trovava il finto Jesse.

— Tu credi che sia svenuto — continuava intanto a dire Sy — invece lui cerca di spararti alla schiena. Allora tu ti butti a terra, fai un giro su te stesso con la pistola in mano e lo stendi sparandogli dall’altezza della cintura...

In quel preciso istante si sentì suonare il clacson di una Jaguar.

— C’è uno che vuole vederla, signor McGrew — gridò dall’esterno uno degli operai di scena. — Dice di essere il suo agente.

Rance era stupefatto. — Il mio agente?

Sy Blattsburg chiuse gli occhi e contò mentalmente fino a cinque. Poi, con un lieve tremito nella voce, disse: — Senti, Rance, siccome non so più chi comandi, tu adesso vai fuori e parli con il tuo agente. E non tornare prima di avere scoperto cos’è che lui vuole e cos’è che vuoi tu e quand’è che possiamo girare questa scena.

Come in trance Rance uscì dal saloon, ma si fermò di netto in cima ai tre gradini. La sua Jaguar rossa era lì, davanti a lui, proprio come se non fosse successo niente. Perfino le corna di bue applicate alla parte anteriore del cofano erano un richiamo alla realtà di Rance McGrew, idolo di giovani e non più giovani telespettatori. Ma di fianco alla macchina c’era un’apparizione: il vero Jesse James.

Indossava un paio di bermuda, una camicia di seta stampata italiana e un berretto a visiera color lilla. Si stava arrotolando una sigaretta, ma, quando ebbe finito, la infilò in un bocchino lungo almeno dieci centimetri. Ne aspirò una boccata, scosse via la cenere, poi strizzò l’occhio a Rance, ancora fermo in cima ai gradini, che passava da una paura paralizzante a un inizio di svenimento. — Salve, sceriffo — disse Jesse, con calore. — Avevi detto “qualunque cosa”, e qualunque cosa è questo: ad ogni tuo film io sarò nelle vicinanze, per assicurarmi che tu non ferisca più i sentimenti di nessuno. — Si tolse di bocca sigaretta e bocchino e rimase a studiarli pensosamente, poi alzò gli occhi verso il cielo e sorrise.



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