Anger by Isabel Abedi

Anger by Isabel Abedi

autore:Isabel Abedi [Abedi, Isabel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, General
ISBN: 9788863805994
Google: J1xOSez9qC8C
editore: Corbaccio
pubblicato: 2013-03-06T23:00:00+00:00


14

Non dormiva da due notti, i suoi nervi erano come fibre di sottilissimo vetro, gli occhi arrossati e il corpo svuotato e impotente, come se il confine fra lui e il mondo esterno si fosse dissolto. Aveva girato l’immagine di Mirjam a faccia in giù, d’un tratto non sopportava più di vedere il suo viso, i suoi occhi così pieni d’amore. La stanza attorno a lui pareva rimpicciolirsi in maniera assurda e al tempo stesso ampliarsi come un essere vivente, ogni movimento gli sembrava estraneo e distorto. La sua mano rimase sospesa davanti al monitor: lo schermo sfarfallante non costituiva più un ostacolo, era diventato fluido, sembrava quasi di poterci sprofondare dentro, di potersi immergere in quello stesso bosco che stavano attraversando i ragazzi, diretti alla grotta sull’altro lato dell’isola. Erano ancora nel folto degli alberi, avevano con sé le loro lanterne a vento, ondeggianti punti luminosi avvolti dal nero del bosco.

Si sfregò gli occhi e bevve un po’ d’acqua dalla bottiglia, grandi sorsate che cancellarono il sapore stantio dalla sua bocca, quindi tornò a fissare il monitor.

L’operatore aveva coperto l’ultimo turno; aveva esaminato qualche spezzone e lui lo aveva osservato seduto davanti agli schermi bere birra, fumare, mettersi le dita nel naso, tirare fuori una caccola sulla punta del dito ed esaminarla attentamente come un insetto sconosciuto. L’idea di mettere telecamere di sorveglianza anche nella sala regia era stata geniale, davvero. Adesso Sven era con Moon, diretto alla terraferma, dove sarebbe rimasto fino alla sera seguente. Moon, che aveva lasciato l’isola volontariamente. Un appuntamento con l’assassino, subito dopo avere finito i suoi quadri e averli appesi alla parete. Il modo in cui Vera guardava il ritratto di Solo lo aveva lasciato senza fiato, proprio come gli era successo dopo, quando l’aveva vista ferma davanti al suo letto. «Ehi...» Era quasi andata da lui, le aveva letto in viso la voglia di essergli vicino... no, non solo in viso: tutto il suo corpo era attratto da Solo. Però qualcosa l’aveva trattenuta, qualcosa che la rendeva ancora più attraente.

E poi si erano incamminati, tutti e sette con Mephisto al loro fianco, e avevano raggiunto la scogliera all’altro capo dell’isola. Darling, che faceva strada con Alpha, li guidava verso la piccola baia di sabbia grigio-nera, una baia che si apriva come una falce tra i ripidi scogli sotto un cielo trapunto di stelle. Mezz’ora prima era arrivata la bassa marea. La riva era invasa dalle mangrovie, dal fondo fangoso le radici svettavano come zampe di innumerevoli ragni giganti. L’ingresso della grotta era nella montagna che si alzava sulla sinistra della baia, lo si trovava facilmente anche nel buio.

L’apertura circolare di quasi un metro quadrato che si apriva ai piedi della montagna come una bocca sdentata li inghiottì uno dietro l’altro, solo Mephisto rimase fuori. Abbaiò tre volte, una sorta di ammonimento, poi abbassò la coda nera davanti all’ingresso della grotta. Nelle gallerie si accesero le telecamere.

Ottimo. Svuotò la bottiglia. Inspirò, espirò, raddrizzò le spalle e aprì bene gli occhi. Ottimo, ottimo, ottimo. Doveva rimanere sveglio, a tutti i costi.



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