Baldovino IV di Gerusalemme by Ilaria Pagani

Baldovino IV di Gerusalemme by Ilaria Pagani

autore:Ilaria Pagani [Pagani, Ilaria]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Baldovino IV, Gerusalemme, Crociate
editore: Graphe.it
pubblicato: 2019-04-25T22:00:00+00:00


Cavaliere XII secolo, Cenotafio dei Santi fratelli martiri Vicente,

Sabina y Cristeta XII secolo, Chiesa di San Vincente, Avila

foto: Ilaria Pagani

CAPITOLO VII

CONCLUSIONI

Il Regno di Gerusalemme non sopravvisse a lungo dopo la morte di Baldovino IV. Sibilla era tornata ad essere l’ago della bilancia, e dimostrando un carattere volitivo, aveva deciso di rimanere legata al marito Guido, nonostante i malumori che questo poteva suscitare, e con lui si era fatta incoronare. Questa volta però l’idea della legittimità dei diritti regali non bastò a frenare tutti i nobili che si erano sentiti giocati dal colpo di mano attuato dalla regina e dal suo partito. Per fortuna la sicurezza di Gerusalemme in quel momento sembrava garantita da una tregua.

Raimondo III di Tripoli era forse il più deluso di tutti per quello che sentiva come un tradimento. La scintilla che fece precipitare le cose fu l’attacco di Rinaldo di Chatillon ad una grande carovana mercantile che veniva dall’Egitto e che stava attraversando la terra di Moab144; si trattò ancora una volta di una delle tipiche scorrerie di questo signore che non tenevano in alcuna stima i patti di non aggressione. La tregua era rotta, Saladino avrebbe attaccato, ma questa volta venne a mancare l’eroe, il re che richiamasse tutti all’unità e al dovere. La reazione cristiana fu anzi opposta: Boemondo di Antiochia fece una tregua separata per proteggere i suoi domini; nello stesso modo si comportò anche Raimondo III per Tripoli e per la Galilea, andando anche oltre, infatti garantì libero passaggio alle forze dell’Islam sulle sue terre in cambio di un futuro appoggio del sultano per una sua eventuale ascesa al trono.

Apparve dunque chiaro che l’antico reggente del Regno era passato alla parte avversa. Se mai tradimento veramente vi fu, si trattò di un patto scellerato che compromise l’unità dei domini latini e non tenne minimamente in conto il fatto che per Saladino si trattava non di semplice guerra, bensì di vera e propria jihad che mirava alla definitiva cacciata dei franchi dalle terre dell’Islam145. Si era entrati in una fase senza ritorno, Guido e Raimondo ormai erano ai ferri corti tra di loro e senza l’intervento di Baliano di Ibelin lo scontro sarebbe stato diretto, degenerando in una vera e propria guerra civile. Saladino aspettò comunque la fine ufficiale della tregua e quindi mosse il suo esercito il 5 aprile del 1187 da Damasco. I Templari agirono avventatamente e decisero di affrontarlo subito, nonostante l’inferiorità numerica e furono massacrati a Cresson nei pressi di Nazareth, dove morirono più di cento tra i migliori cavalieri. Solo dopo la disfatta Raimondo III accettò di rendere omaggio a Guido di Lusignano come re di Gerusalemme, spaventato dalla piega che aveva preso la guerra e dall’idea di una aperta rivolta contro il suo signore.

Un paio di mesi dopo si arrivò allo scontro definitivo: i franchi potevano contare su circa 16.000 uomini, ma questo era tutto, nulla in paragone alla potenza di Saladino che oltre i suoi 20.000 aveva dietro di sé immensi domini. Riuniti come sempre a



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