Breve storia dei russi by Aleksandr Herzen

Breve storia dei russi by Aleksandr Herzen

autore:Aleksandr Herzen [Herzen, Aleksandr]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Longanesi
pubblicato: 2017-08-25T22:00:00+00:00


CAPITOLO QUARTO

1812-1825

CON la guerra del 1812 finì la prima parte del periodo di Pietroburgo. Fino allora il governo aveva capeggiato il movimento; dopo, la nobiltà teneva il passo con lui. Fino al ’12 si dubitava del potere del popolo, e si credeva ciecamente nell’onnipotenza del governo: Austerlitz era lontana, la battaglia di Eylau si considerava una vittoria, e la pace di Tilsit un evento glorioso. Nel ’12 il nemico passò il Memel, traversò la Lituania, e stava innanzi a Smolensk, « chiave » della Russia.

Alessandro, impaurito, corse a Mosca, per supplicare l’aiuto della nobiltà e dei commercianti. Egli li invitò nel palazzo abbandonato del Cremlino, per consigliarsi con loro sulla salvezza della patria. I regnanti non avevano parlato al popolo dal tempo di Pietro I; udendo parlare lo zar Alessandro nel palazzo, ed il metropolita Platone nella cattedrale, appariva manifesto che un grande pericolo minacciava la Russia.

Nobili e mercanti tesero la mano al governo, e lo trassero d’imbarazzo. Il popolo, dimenticato persino in quel momento di sventura, il popolo troppo disprezzato per chiedere il suo sangue, poiché si credeva d’avere il diritto di spargerlo anche senza il suo consenso, il popolo si levò in massa, quasi per una causa sua, senza attendere che lo chiamassero.

La prima volta, dalla salita di Pietro I al trono, si vide questa concordia tacita di tutte le classi. Il contadino entrava nelle file della milizia senza mormorare, la nobiltà mandava ogni decimo dei servi e prese le armi lei stessa, i commercianti sacrificavano la decima parte delle loro entrate. Tutto l’impero fu preso dal movimento popolare; ancora dopo sei mesi dallo sgombero di Mosca ai confini dell’Asia apparivano orde di armati, accorsi dall’interno della Siberia per la difesa della capitale. La notizia che fosse presa e incendiata scosse tutto l’impero, perché per il popolo la vera capitale era Mosca. Col suo sacrificio, la città scontava l’influenza sonnifera dello zarismo; circonfusa di gloria, essa si levò; sulle sue mura si franse la forza del nemico; il conquistatore iniziò la sua ritirata al Cremlino, per fermarsi soltanto a Sant’Elena. Al primo risveglio del popolo Pietroburgo tornava nell’ombra, e Mosca, la capitale senza imperatore, che s’era sacrificata per la patria comune, acquistò una nuova importanza.

Dopo questo battesimo di sangue, tutta la Russia entrò in una fase novella del suo sviluppo. Dall’eccitazione d’una guerra nazionale, dalla campagna gloriosa traverso l’Europa, dalla presa di Parifi, non si poteva tornare alla pace volgare del despotismo di Pietroburgo. Lo stesso governo non poteva riprendere subito il vecchio andazzo. Alessandro alle spalle di Metternich recitava la parte del liberale, si beffava dei piani ultramonarchici dei Borboni, e mimava il re costituzionale della Polonia.

Ma il povero contadino tornava nella sua comunità, al suo aratro ed alla sua servitù. Per lui tutto rimase com’era prima, nessuna libertà gli fu concessa in premio della vittoria procurata col suo sangue. La sua mercede fu il progetto mostruoso delle colonie militari, messo in atto da Alessandro.

Nello spirito pubblico?, si manifestò un grande cambiamento, subito dopo la guerra. Gli



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.