Breve storia del mondo - Edizione illustrata by Ernst H. Gombrich

Breve storia del mondo - Edizione illustrata by Ernst H. Gombrich

autore:Ernst H. Gombrich
La lingua: ita
Format: epub
editore: Salani Editore
pubblicato: 2019-10-17T20:43:18+00:00


Gli abitanti delle città diventavano così sempre più ricchi, e nessuno poteva dare loro ordini, perché non erano contadini e dunque non appartenevano alla terra di nessun signore. Dal momento che però nessuno aveva assegnato loro della terra, non erano neanche loro stessi dei signori. Erano però signori di se stessi, si governavano da soli (proprio come nell’antichità): avevano delle proprie leggi e nelle loro città furono presto uomini liberi e indipendenti quanto i cavalieri o i monaci. Ecco perché i borghesi, cioè gli abitanti dei borghi, vennero chiamati il terzo stato. I contadini invece non li contavano neanche.

Ma torniamo ora all’imperatore Federico Barbarossa, che aveva bisogno di soldi. Come imperatore romano germanico voleva per l’appunto regnare sul serio anche in Italia e farsi pagare dai borghesi italiani tasse e tributi. Ma gli abitanti delle città italiane non erano d’accordo, e volevano rimanere liberi come prima. Così Barbarossa passò le Alpi alla testa di un esercito e chiamò a sé nel 1158 i più famosi giuristi, perché annunciassero ufficialmente e solennemente che l’imperatore tedesco, in quanto discendente dei cesari romani, aveva tutti i diritti di cui questi godevano 1.000 anni prima.

La cosa non impressionò granché le città italiane, che rimasero dell’idea di non pagare. Così l’imperatore mosse contro di loro con l’esercito, accanendosi soprattutto con Milano, che era la base dei ribelli. Era così arrabbiato che si racconta abbia giurato di non mettersi più la corona fino al giorno in cui non avesse preso Milano. E mantenne il giuramento. Solo dopo che Milano cadde e fu rasa completamente al suolo Barbarossa diede un banchetto al quale lui e la moglie apparirono con la corona in testa.

Ma per quante azioni militari portasse a termine, non appena Barbarossa voltava le spalle all’Italia per tornare in patria ecco che gli italiani facevano il diavolo a quattro. I milanesi ricostruirono la propria città e di un signore tedesco non vollero neppure saperne. Così Barbarossa fu costretto a scendere in tutto sei volte in Italia, riportando tutte le volte più fama e onori di guerra che risultati concreti.

Barbarossa era considerato un cavaliere esemplare. Era molto forte, non solo fisicamente. Era anche generoso e sapeva divertirsi. Oggi non abbiamo più idea di cosa sia una vera festa. A quel tempo la vita quotidiana era più misera e monotona di oggi, ma una festa era qualcosa di indescrivibilmente pittoresco e sfarzoso, proprio come nelle favole. Federico Barbarossa, per esempio, in occasione dell’investitura a cavaliere dei suoi due figli, allestì a Magonza nel 1181 un torneo a cui invitò 40.000 cavalieri con tutti i loro scudieri e servi. Li alloggiò in un campo di tende colorate, in mezzo al quale spiccava la più grande, di seta, nella quale stava l’imperatore con i suoi figli. Ovunque ardevano fuochi sui quali venivano arrostiti buoi interi, cinghiali e un numero inimmaginabile di polli. C’erano persone in tutti i costumi possibili, provenienti da tutte le parti del mondo; c’erano giullari e funamboli, ma anche menestrelli che la sera durante la cena cantavano le più belle saghe antiche.



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