Frida Kahlo by Stefania Bonura

Frida Kahlo by Stefania Bonura

autore:Stefania Bonura [Bonura, Stefania]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788889035849
editore: Edizioni Interno4
pubblicato: 2014-07-10T21:00:00+00:00


Da quando Diego era uscito dal Partito comunista, non aveva smesso un solo giorno di lavorare. Era infaticabile. Oltre agli incarichi pubblici, si erasentito più libero di accettare anche commissioni da privati. I capitalisti statunitensi, in particolare, sembravano stimare il pittore marxista più dei suoi ex compagni messicani. Grandi apprezzamenti erano stati espressi dal San Francisco Art Institute che lo aveva invitato nella città californiana.

Il 10 novembre 1930 Frida e Diego erano in viaggio per gli Stati Uniti. Ed ecco finalmente Gringolandia. Frida era eccitata, ma al contempo turbata. Diego era felice come un divo alla sua prima e, al centro della scena, soprattutto coccolato dalle attenzioni femminili, aveva tutta l’aria di stare a proprio agio. Per Frida, San Francisco era bella, ne conveniva, ma le facce dei gringos le sembravano biscotti cotti male. L’aveva visitata, prima con Diego, poi, quando lui era stato assorbito dal lavoro, da sola, a piedi. Era incantata dalla Baia, ma alle chiese italiane di North Beach e alle eleganti boutique di Union Square preferiva i leoni e i draghi di Chinatown. Nell’affollatissimo quartiere cinese poteva ammirare i volti sorridenti dei bambini. Non aveva mai visto bambini tanto belli. Se avesse potuto se ne sarebbe portato via uno. Entrava e usciva dai musei, incontrava amici (pochi) e donne dell’alta società (tante, attratte da quel suo modo di vestire alla messicana”). Rientrava a Montgomery street, nell’appartamento in cui erano ospiti dello scultore Ralph Stackpole, sfiancata, con la gamba indolenzita, il piede consumato, la spina dorsale a pezzi. Un dottore, un certo Leo Eloesser, un simpatico ometto con il collo risucchiato dentro uno spesso colletto inamidato, che aveva l’aria di un giovane improvvisamente invecchiato, si prendeva cura delle sue vertebre con grande affetto. Frida lo andava a trovare presso il San Francisco General Hospital. Era simpatico, colto e sensibile all’arte ed eranata tra loro stima, fiducia e una tenera amicizia. Frida lo aveva ritratto nella sua abitazione. Prima di rientrare in Messico dopo sei mesi di permanenza, gli aveva lasciato in dono la tela per esprimergli la sua gratitudine. For Leo Eloesser with all love, Frieda Kahlo, San Francisco 1931.

Erano ripartiti di fretta per Città del Messico perché per contratto Diego era chiamato a completare parte dei lavori al Palazzo nazionale. Ma il muralista non aveva alcuna intenzione di lasciare gli States. Infatti dopo una breve parentesi in patria, in cui avevano avuto il piacere di ospitare nella casa azul il regista russo Sergej Ejzenštejn [35], i due sposini erano di nuovo sotto i riflettori mondani dell’alta borghesia nordamericana. Questa volta erano sbarcati sulla costa orientale. Erano a New York. Il profilo della statua della libertà si stagliava davanti ai loro occhi come una sirena che sporgeva da uno scoglio per attrarre con il suo canto insidioso e meraviglioso.

Frida era di nuovo incinta. Diego non ne era felice. Era preoccupato per lei e per se stesso. Gli States lo avevano ancora una volta sedotto e i gringos avevano interamente abbracciato il suo talento chiamandolo per una retrospettiva sulla sua opera al prestigioso Museo d’arte moderna [36].



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