Storia di artisti e di bastardi by Flavio Caroli

Storia di artisti e di bastardi by Flavio Caroli

autore:Flavio Caroli [Caroli, Flavio]
La lingua: ita
Format: epub
editore: UTET
pubblicato: 2019-03-20T22:00:00+00:00


Alla Triennale, nel 1980, tre giorni prima dell’inaugurazione della mostra Nuova Immagine, arrivò da Wuppertal un inglese coi capelli rossicci e uno zainetto sulle spalle: era Tony Cragg, che viveva e insegnava nella città tedesca, e però faceva parte del team di Nicholas Logsdail, grande gallerista londinese. Avevo visto e apprezzato il suo lavoro, l’autunno precedente, in una mostra a Stoccarda.

Cragg rovesciò il contenuto dello zainetto sul pavimento: conteneva vecchie plastiche verdi. Appese al muro una plastica a forma di foglia.

Poi, sul pavimento, delineò una grande foglia con le restanti plastiche verdi. Opera molto suggestiva.

L’anno seguente, invitai Cragg a una mostra nel museo di Modena, intitolata Il Magico Primario in Europa. Cragg a questo punto aveva avuto successo ed era montato in superbia. Chiese un camioncino e una mappa delle discariche di immondizia della città.

Al termine di una giornata di ricerca, il camioncino scaricò nel cortile del museo qualche metro cubo di vecchie plastiche gialle e rosse. All’ultimo minuto, l’artista montò sul muro a lui riservato un’opera assai brillante, che rappresentava UN PORTIERE DI CALCIO IMPEGNATO IN UNA PARATA, e la palla consisteva in una epigrafe antica con, al centro, la scritta “Flavius”. Il tutto naturalmente realizzato a partire dalle vecchie plastiche rosse e gialle.

Io abitavo a Milano, la mostra era a Modena. Al termine dell’evento cominciai a ricevere lettere di avvocati: venivo chiamato e testimoniare su un contenzioso fra il comune di Modena e l’artista Tony Cragg.

Era successo che una scrupolosa donna delle pulizie modenese, vedendo quelle immondizie appiccicate al muro, le aveva messe nella pattumiera e rispedite alla discarica da cui provenivano. L’artista chiedeva, mi pare, 200 000 dollari di danni.

Un anno dopo all’incirca, a Colonia, all’inaugurazione di una mostra, incontrai Tony Cragg, che per un po’ mi tenne il grugno. Poi si aprì. Pensava che la sua opera l’avessi presa io.

Cara discepola, tale era la stima che si aveva dei critici d’arte, a quei tempi.



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