Come rendere chiare le nostre idee by Charles S. Peirce

Come rendere chiare le nostre idee by Charles S. Peirce

autore:Charles S. Peirce [Peirce, Charles S.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851126315
editore: Utet
pubblicato: 2020-04-29T22:00:00+00:00


INTRODUZIONE I

Il prerequisito di gran lunga più indispensabile per ragionare bene è un vivido amore al vero, che cresce lentamente e non può esistere da solo, dal momento che, mentre lo si acquisisce, si ottiene sempre una considerevole esperienza nel ragionare, si imparano molti dei rischi che vi sono connessi e alcuni modi per affrontarli. Molte persone non sanno che cosa sia l’amore al vero e lo confondono con un amore al dogma, parola con cui si intendono tutte quelle affermazioni con le quali si concorda perché l’assenso nei loro confronti è stato inculcato prima che se ne potesse apprendere realmente il significato – se hanno un qualche significato – o in qualche modo che non permette di accertarsi in modo ragionevole della loro verità. Gente di questo tipo indossa un’armatura quasi impenetrabile per una nozione corretta di amore al vero, o persino per la verità stessa, mentre le formule che sono state loro inculcate, siano esse cattoliche, calviniste, spiritualiste, «scientifico-cristiane», «pseudo-pragmatiste», «positiviste», «omeopatiche», o di qualunque altro tipo, sono quasi sempre di una natura che mina o indebolisce la ragione che è naturale per l’uomo, ma che hanno insegnato alle loro vittime a guardare non solo come fallibile, ma addirittura come maligna. Che cosa intendiamo per «ragione umana»? È il nome di quella capacità che gli uomini hanno di accertare la verità grazie all’esercizio delle loro energie e a partire dalle informazioni che i sensi e le sensazioni possono fornire. Quindi, proprio per il significato di questa espressione, gli uomini non possono scoprire ciò che la ragione umana non può scoprire; quando i dogmatici parlano, come fanno di solito, dell’inevitabile errore della ragione umana, tradiscono solo il loro segreto intento di indurre i loro discepoli a non usare i soli mezzi a disposizione dell’uomo per distinguere il vero dal falso. Vorrebbero indurre l’uomo ad autocostringersi, in modo irragionevole, a fare ciò che loro gli dicono, esercitando su di lui una specie di potere ipnotico acquisito quando egli era troppo piccolo per resistervi. Più tardi essi negheranno spudoratamente di aver agito in questo modo; così gli omeopatisti continuano a sostenere risolutamente che Hahnemann aveva ragione e dimenticano, guarda a caso, che la sua dottrina era: 1) che tutte le malattie sono varietà della scabbia; 2) che è stupido chiedersi se la febbre gialla sia provocata dai morsi delle mosche, o le infezioni da quelli delle pulci, ecc.; 3) che l’unica cosa necessaria è dare una medicina che produca in un soggetto in salute una gran quantità di sintomi «simili» (poiché tutte le cose sono più o meno simili) a quelli del paziente; 4) che la potenza delle medicine è direttamente proporzionale a quanto si diluiscono e si scuotono le loro soluzioni, cosicché l’effetto di una goccia di acqua di mare presa nel porto di New York, dopo aver messo nel porto di Melbourne o di Sydney una goccia di medicina, sarebbe a stento percepibile perché la medicina non sarebbe stata sufficientemente diluita. Bisogna confessare che le dottrine degli omeopatisti non



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