I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica by Franco Lorenzoni

I bambini pensano grande. Cronaca di una avventura pedagogica by Franco Lorenzoni

autore:Franco Lorenzoni [Lorenzoni, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838932601
editore: Sellerio editore
pubblicato: 2014-10-01T16:00:00+00:00


Educare alla vulnerabilità

La mia sensazione è che tutto ciò può cominciare ad accadere quando sperimentiamo la nostra vulnerabilità. Quando accettiamo di essere colpiti e feriti da qualcosa che incontriamo. Quando si rompe la nostra indifferenza.

Entriamo qui in un territorio delicato. È possibile, infatti, educare alla vulnerabilità? È giusto farlo? E in che misura?

A pagina 22 del libro Enaiat racconta il primo arrivo dei talebani nel suo villaggio. Nel giro di poche frasi passiamo da un clima di serenità, in cui i bambini giocano a piedi scalzi tra le capre ed amano andare a scuola, a un clima di violenza estrema, in cui un gruppo di giovani talebani, venuti da lontano, irrompono nella classe di Enaiat, portano fuori il maestro, lo minacciano davanti ai bambini allibiti e gli impongono di fare ciò che non ha mai fatto, cioè usare la religione come un’arma contundente. Il maestro rifiuta e i bambini assistono inermi alla pubblica umiliazione di un adulto che loro amano.

Nei giorni successivi il maestro spiega loro cosa sia la dignità e perché bisogna difenderla a ogni costo, ma poi la situazione precipita e una mattina, nel cortile polveroso della scuola, il maestro viene afferrato, messo con la faccia al muro e ucciso a bruciapelo con una mitragliata di fronte ai suoi alunni che assistono sconcertati.

La scena è raccapricciante e mentre la leggo tremo. Noi siamo a scuola, tranquilli, a leggere un racconto... e quel racconto ci porta d’un tratto in una geografia lontana dove accadono cose terribili. Con sconcerto Mattia domanda ad alta voce: «Ma è successo davvero?». Simone e altri gli rispondono: «Certo, questa è una storia vera!».

Mattia sapeva benissimo che la storia era vera. Ma con la sua domanda voleva dire: «È possibile che accada tutto ciò?».

Sì, è possibile, mi viene da rispondere. Ed è giusto conoscere queste storie come è giusto conoscere la storia di Roma antica, perché se la scuola ha il compito di spalancare finestre e aprire i nostri sguardi verso ciò che accade, non possiamo ritrarci di fronte agli orrori del mondo.

Nel settembre del 2004, nei primi giorni di scuola, a Beslan si consumò un’orribile strage. 386 bambini e genitori furono uccisi dal fuoco e dalle responsabilità incrociate di un gruppo terrorista ceceno e delle forze speciali della Russia di Putin.

Quella festa nel primo giorno di scuola, quella palestra piena di piccoli allievi e loro familiari trasformata d’un colpo in un lager, con i bambini con le mani in alto, aveva colpito profondamente gli allievi della mia quinta di allora. Avevano visto le immagini al telegiornale, avevano atteso per tre giorni l’esito incerto di quel ricatto che aveva per posta centinaia di vite innocenti. Quando si è aperta la nostra scuola la strage si era appena consumata, ma sentivo che quelle immagini erano rimaste dentro ai bambini e continuavano a ferirli.

Dopo averci ragionato a lungo, insieme ai colleghi abbiamo pensato che non potevamo far finta di nulla. Allora poco a poco, con cautela, siamo ritornati a quelle immagini che loro avevano visto di sfuggita alla televisione.



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