Dopo l'11 settembre - Potere e terrore by Noam Chomsky

Dopo l'11 settembre - Potere e terrore by Noam Chomsky

autore:Noam Chomsky [Chomsky, Noam]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T08:38:52+00:00


[Quello che segue è un estratto del dibattito seguito al discorso di Chomsky.]

DOMANDA: Io credo, e mi auguro che lei sia d’accordo, che la differenza sostanziale tra ciò che fecero i nazisti e quello che abbiamo fatto noi in Vietnam siano le intenzioni. I nazisti volevano sterminare la popolazione ebraica d’Europa. In Vietnam l’intenzione non era il genocidio.

CHOMSKY: Non ho mai definito “genocidio” ciò che avvenne in Vietnam. Sono d’accordo con lei: si tratta di una cosa totalmente diversa, sotto tutti gli aspetti, e nessuno lo ha mai negato. I nazisti rappresentano in effetti un fenomeno unico: nella storia sono state commesse atrocità innumerevoli, ma uno sterminio di massa industrializzato come quello compiuto dai nazisti è un fatto a sé, non c’è stato nient’altro di paragonabile; gli ebrei, i rom e qualche altro gruppo sono stati trattati più o meno allo stesso modo.

Nel mondo però si commettono innumerevoli atrocità, molte delle quali possono essere ricondotte a noi. E molte non sono neppure prese in considerazione. Mi permetta di fare un esempio di una di quelle non contabilizzate. Sono certo che ricorderà un libro pubblicato circa un anno fa, che divenne un grande best seller: Il libro nero del comunismo. Il New York Times e tutti gli altri giornali ne hanno pubblicato importanti recensioni. Si trattava della traduzione di un libro francese, che valutava il numero delle persone uccise dal comunismo in un centinaio di milioni. Non discutiamo le cifre, ammettiamo che questo dato sia esatto.

La principale causa di morte fu la carestia che colpì la Cina tra il 1958 e il 1960, e che si pensa abbia ucciso circa venticinque milioni di persone. Il motivo per cui la si definisce, secondo me a ragione, un crimine politico - un crimine ideologico - è stato analizzato in modo dettagliato da Amartya Sen, ed è uno dei motivi per i quali ha vinto il premio Nobel. Sen è un economista, e ha fornito ottime ragioni per interpretare questa carestia come un crimine politico. Non era una questione di intenzioni, non si voleva uccidere nessuno, ma le istituzioni e la loro ideologia portarono a quel risultato. La Cina era uno stato totalitario al cui centro non giungevano mai le informazioni su ciò che accadeva, e non potè dunque adottare alcun provvedimento, perché così vanno le cose in uno stato totalitario. Quel che accadde fu pertanto un effetto delle istituzioni totalitarie: un gigantesco massacro non voluto. Non c’era l’intenzione di uccidere venticinque milioni di persone e tuttavia quelle morti ci furono, ed è fondato definire quel massacro una delle maggiori atrocità del XX secolo, e il peggiore tra i crimini del comunismo.

Questo ci riporta alla sua domanda sulle intenzioni, ma è solo una parte della storia.

Se esamina il lavoro di Amartya Sen, che gli è valso il premio Nobel e per il quale è diventato uno studioso celebre, troverà che l’autore ha studiato le carestie e le condizioni che le provocano. Uno dei temi centrali è il confronto tra India e Cina. Naturalmente l’India,



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