Dunkerque by Franco Cardini

Dunkerque by Franco Cardini

autore:Franco Cardini [Cardini, Franco]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788852082313
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Il perimetro difensivo di Dunkerque

Anche la navigazione attraverso la Manica, nel tratto che separa Dunkerque da Dover, era stata organizzata in modo rigoroso. Ciò era stato reso necessario dal fatto che il braccio di mare che separa Francia e Inghilterra era divenuto molto infido a causa dei campi minati stesi con l’intento di impedire alle unità tedesche l’accesso allo stretto, nel quale si svolgeva un intenso traffico mercantile. Per le navi che facevano spola fra la Francia e l’Inghilterra l’individuazione di rotte da percorrere in sicurezza era di importanza decisiva. Nonostante l’attenzione posta nell’informare comandanti e timonieri sui passaggi obbligati, si registrarono alcuni casi di urto contro le mine con conseguente perdita di imbarcazioni anche di grandi dimensioni.

Lo stato maggiore dell’ammiraglio Ramsay elaborò per prima la rotta indicata come «Z». Di 39 miglia marine, ossia poco più di 72 chilometri, era la più breve e diretta tra il porto d’imbarco e quello di sbarco. Da Dover procedeva in direzione di Calais per poi seguire la costa francese verso est fino a Dunkerque, con il pregio di essere protetta a nordest dai campi minati che bloccavano l’accesso alla Manica, impedendo il passaggio agli U-Boote e alle navi leggere di superficie nemiche. La conquista di Calais consentì però ai tedeschi di schierare sulla terraferma batterie d’artiglieria in grado di bersagliare le navi inglesi in transito lungo questa rotta. Dato che non si trattava di cannoni navali l’efficacia del tiro di questi pezzi era relativa, ma consigliò comunque agli inglesi di attivare un diverso percorso.

Venne allora predisposta la rotta «X», più lunga della precedente, che evitava i campi minati mantenendosi per un tratto a nord rispetto a essi invece che a sud, ricongiungendosi con la rotta «Z» a meno di 15 chilometri da Dunkerque. La lunghezza della traversata passava da 72 chilometri a oltre 100, ma limitava l’esposizione al tiro nemico da terra a un tratto molto breve della navigazione, almeno fino a quando l’avanzata tedesca non superò Gravelines per avvicinarsi alla periferia di Dunkerque. Si rese allora necessario individuare una terza rotta, la «Y», molto più lunga delle precedenti: superava infatti i 160 chilometri. Essa consentiva l’accesso al porto di Dunkerque e alle altre aree d’imbarco giungendo da est, con un avvicinamento alla terraferma nella zona di La Panne, una delle spiagge che rimasero in mano alleata fin quasi al termine dell’evacuazione. Oltre alla lunghezza questa rotta presentava il limite di aggirare i campi minati da nord per parecchie miglia, così che non ne era protetta. Vedremo quanto la rotta «Y» si sia rivelata pericolosa per le navi che l’hanno dovuta percorrere.

Ramsay e il suo comando dovettero farsi carico anche dell’organizzazione della prima accoglienza degli evacuati giunti a Dover dalla Francia e poi del loro trasferimento verso i centri creati nel Sud dell’Inghilterra per ospitarli, inquadrarli e riequipaggiarli.

Quanto alla prima parte, furono soprattutto le donne a far sentire il calore della popolazione britannica ai soldati che rientravano in patria stremati dalla guerra, dalla difesa di Dunkerque e infine dalla traversata compiuta in condizioni di emergenza.



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