Ehrman Bart D. - 2003 - I Cristianesimi perduti by Ehrman Bart D

Ehrman Bart D. - 2003 - I Cristianesimi perduti by Ehrman Bart D

autore:Ehrman Bart D. [Ehrman Bart D.]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Christianity, 宗教, history;, religion;facts;, 聖經研究
ISBN: 9780060738174
editore: HarperSanFrancisco
pubblicato: 2005-10-31T23:00:00+00:00


La proto-ortodossia e le tradizioni ebraiche

Alcune opere proto-ortodosse cercano di risolvere il conflitto interno della chiesa facendo leva sull’autorità delle alte cariche («Obbedite al vescovo!») senza addentrarsi nel contenuto delle dispute, partendo dal presupposto che le persone giuste al comando sapranno che cosa fare. Questo è l’ideale, per esempio, delle epistole pastorali (le due lettere a Tito e quella a Timoteo), che si preoccupano molto più di scegliere le persone giuste per le cariche che di spiegare perché le idee sbagliate da sconfiggere siano un problema. Ma Ignazio è diverso: affronta i problemi a viso aperto e sostiene un’idea.

A parte la sua lettera ai cristiani di Roma in cui li esorta a non intervenire nella sua imminente e truculenta esecuzione, le sue lettere sono tutte indirizzate a chiese (e a un individuo, Policarpo) che ha incontrato nel suo viaggio verso il martirio, o di persona quando passava in una città o indirettamente incontrando i rappresentanti inviati a salutarlo e a fornirgli sostegno morale. In questi incontri Ignazio è venuto a sapere di vari problemi interni a queste chiese: alcuni si potevano risolvere semplicemente rimandando all’autorità del vescovo e sottolineando che tutti dovevano seguire la sua guida, ma altri andavano affrontati più a fondo. Uno dei più interessanti riguardava il rapporto del vero Cristianesimo con l’Ebraismo, un problema che i proto-ortodossi avevano affrontato in modo alquanto diverso dai cristiani ebioniti (che continuavano ad abbracciare l’ebraismo più o meno integrale), dai marcioniti (che rifiutavano tutto ciò che fosse ebraico) e da vari gruppi gnostici (che rifiutavano l’Ebraismo storico ma leggevano i testi sacri ebraici con la lente delle proprie intricate mitologie). Anche tra i proto-ortodossi esistevano vari atteggiamenti e approcci nei confronti degli ebrei e delle loro Scritture in una gamma piuttosto ampia di parametri; Ignazio ha un’idea molto chiara di questi parametri e in questo senso si situa già all’inizio del movimento proto-ortodosso.

Una delle ultime lettere scritte da Ignazio è indirizzata ai cristiani della città di Filadelfia, in Asia Minore, nella quale era passato durante il suo viaggio verso Roma. Come al solito, Ignazio parla in termini elogiativi del vescovo di Filadelfia e desidera che la chiesa resti unita dietro a lui. A quanto pare, quando fu nella città notò alcune divisioni nella chiesa e intuì una soluzione semplice: «Mentre ero tra voi ho gridato con voce forte, con la voce di Dio: “Prestate ascolto al vescovo, al presbitero e ai diaconi!”» (7.1). Inoltre esorta la comunità in questi termini: «Non fate niente senza il vescovo; conservate la vostra carne come il tempio di Dio; amate l’unità; fuggite le divisioni» (7.2).

Le divisioni erano evidentemente radicate in diverse prospettive teologiche e pratiche sostenute da alcuni membri della congregazione. Tra i filadelfii c’erano credenti gentili che avevano iniziato a pensare che i cristiani dovessero seguire le pratiche dell’Ebraismo. Difficile sapere se queste persone fossero discendenti spirituali degli avversari di Paolo nella vicina Galazia10 o seguaci del Cristianesimo ebionita o semplicemente simpatizzanti dell’Ebraismo con un programma molto personale. In ogni caso la loro posizione



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