Eroi della guerra by Fabio Mini

Eroi della guerra by Fabio Mini

autore:Fabio, Mini [Mini, Fabio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca paperbacks
ISBN: 9788815320674
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


Napoleone: il genio e l’impero

Biografi e studiosi di storia e strategia militare si sono concentrati a lungo sui condottieri tentando di confrontarli nonostante le differenze di tempi, luoghi, situazioni e valori di riferimento. Ciascuno di essi finisce sempre per essere confrontato con Napoleone e paradossalmente ogni eroe della guerra risulta migliore di lui. Illustri commentatori non hanno dubbi su Alessandro: più grande di tutti, ma soprattutto di Napoleone; secondo Liddell Hart, Scipione è più grande di Napoleone, Gengis Khan e Tamerlano furono conquistatori di levatura più gigantesca del grande corso. In ogni confronto di questo tipo c’è una verità e una mistificazione. La verità è che Napoleone sfugge alla misura normale e stabilisce nell’età moderna la nuova misura del genio della guerra, dell’ambizione, della visione e della spregiudicatezza. La mistificazione è che si può far diventare chiunque più grande di lui semplicemente tenendo conto dei suoi vizi più delle virtù, dei fallimenti più dei successi, ma è un gioco talmente facile da diventare sospetto. Napoleone è diventato grande perché i vizi e le virtù si sono sommati come i successi e le sconfitte. Le donne, le mogli, la madre e le sorelle lo hanno plasmato, deliziato, afflitto e aiutato nella gestione del potere. È diventato eroe dei francesi perché divenne loro despota e imperatore subito dopo aver fatto la Repubblica. Odiava la Francia monarchica e fu l’apoteosi dell’assolutismo. L’epopea delle vittorie si arricchisce con le sue sconfitte altrettanto epiche. L’immortalità del suo mito viene dalla brevità del suo percorso. Il timore del suo ritorno viene dalla mortificazione dell’esilio. La facilità di creare regni e ottenere l’ubbidienza di milioni di persone veniva probabilmente dalla difficoltà di gestire una famiglia naturale e allargata fatta di personaggi mediocri, viziati, riottosi e insubordinati.

Nel 1789 aveva 20 anni ed era già tenente dell’esercito reale, ma non partecipò ai moti di Parigi; se ne andò in licenza in Corsica, dove si unì ai rivoluzionari dell’isola. Nel 1792 fu considerato disertore dall’esercito e i familiari lo convinsero a rientrare e a presentarsi al ministro della Guerra che fu affascinato dal discorso del giovane, lo perdonò e lo promosse al grado di capitano. I corsi avevano cominciato la guerra di liberazione e Napoleone passò con i francesi. Lui e la famiglia furono considerati traditori e dovettero fuggire da Ajaccio. Il padre Carlo, fervente indipendentista, si sarebbe rivoltato nella tomba. Poi Napoleone si unì alla Rivoluzione francese facendo una strepitosa carriera. Nel 1793 era tenente colonnello di artiglieria e liberò il porto di Tolone dai monarchici e dagli inglesi che li appoggiavano. Fu nominato generale di brigata giusto in tempo per cadere in disgrazia perché schierato con Robespierre mentre finiva il suo periodo del Terrore. Nel 1795 fu però nominato comandante della piazza di Parigi e dovette difendere la Convenzione nazionale (il Parlamento rivoluzionario) da un tentativo di restaurazione monarchica. Napoleone, aiutato dalla cavalleria di Gioacchino Murat, fu spietato con i controrivoluzionari e fu nominato generale di Corpo d’armata dell’Interno. Aveva solo 26 anni, ma già molti francesi morti sulla coscienza.



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