Finanza e credito in Italia by Francesco Cesarini & Giorgio Gobbi

Finanza e credito in Italia by Francesco Cesarini & Giorgio Gobbi

autore:Francesco , Cesarini & Giorgio, Gobbi [Francesco , Cesarini & Giorgio, Gobbi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815228529
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


FIG. 6. Tassi di insolvenza dei prestiti alle imprese e indicatori macroeconomici.

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia.

Il rischio d’impresa si riflette nel fatto che ogni anno una quota dei prestiti concessi dalle banche non viene restituita. Per contenere le perdite che derivano dall’insolvenza dei debitori le banche, al pari di ogni altro creditore, hanno a disposizione tre strumenti: a) l’analisi preliminare del merito di credito; b) la definizione di clausole contrattuali che limitino gli incentivi del debitore ad intraprendere azioni troppo rischiose; c) la richiesta di un premio, incorporato nel tasso di interesse, commisurato alla rischiosità stimata del prestito (premio per il rischio).

L’utilizzo effettivo di tutti e tre questi strumenti dipende dall’informazione disponibile alle parti. Rinviando al prossimo paragrafo un esame più approfondito dei primi due, qui ci soffermiamo su una possibile conseguenza dell’utilizzo dei premi al rischio: il fenomeno ampiamente discusso del razionamento del credito.

In numerose circostanze, infatti, sono stati documentati episodi in cui le imprese affermano che le banche non hanno concesso loro credito benché vi sia stata piena disponibilità a pagare tassi di interesse di mercato e a far fronte agli altri adempimenti contrattuali di norma richiesti. Il rifiuto può assumere varie forme: la domanda di un nuovo prestito viene respinta; la banca non è disponibile ad aumentare il finanziamento; viene proposta una riduzione dell’affidamento in essere. Questi comportamenti delle banche non risultano facilmente spiegabili sulla base del modello di funzionamento del mercato di un bene standard: se la domanda eccede l’offerta al prezzo corrente si verifica una pressione ad aumentare il prezzo finché esso non raggiunge un livello di equilibrio tale per cui nessun consumatore che è disposto a pagarlo rimane insoddisfatto. Il credito non può certamente assimilarsi a un bene standard e quindi accade che i prezzi, i tassi di interesse, non sempre svolgono questa funzione equilibratrice. Il motivo è che il tasso di interesse dipende da due fattori tra di loro in larga misura indipendenti. Il primo è il costo o la scarsità del bene come negli altri mercati. È in base a questa caratteristica che in presenza di un eccesso di domanda di prestiti il tasso di interesse dovrebbe aumentare. Il secondo fattore è il premio al rischio, ossia una specie di premio assicurativo richiesto al debitore a fronte della probabilità che il prestito non venga rimborsato. L’interazione di questi due fattori potrebbe far sì che non sia possibile raggiungere un tasso di interesse che eguagli domanda e offerta e quindi in tal caso le banche fissano il tasso di interesse massimo al quale intendono prestare e razionano del tutto o in parte i finanziamenti a una parte della clientela.

Il razionamento sorge da un problema di informazione incompleta: le banche non hanno sufficienti elementi conoscitivi per poter valutare correttamente il profilo di rischio di ciascuna impresa e fissare per ognuna di esse uno specifico tasso di interesse comprensivo di un adeguato premio al rischio. Tanto più fine è l’analisi del rischio che le banche sono in grado di fare, tanto più è



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