Finitudine by Telmo Pievani

Finitudine by Telmo Pievani

autore:Telmo Pievani [Pievani, Telmo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Raffaello Cortina Editore
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Centre Hospitalier, Fontainebleau, 28 febbraio 1960

Camus lasciò finire la lettura dell’amico. Non sembrava affatto convinto su un punto.

“Scusa Jacques, il capitolo è ottimo, a parte la sviolinata iniziale sul progresso materiale, però secondo me ci criticheranno su un aspetto. Abbiamo messo alla berlina le ingenue ideologie progressionistiche, e va bene. Però sei tu Monod il primo a dire che l’evoluzione, sia quella biologica sia quella culturale, è data dal caso e dalla necessità, dove la necessità è la selezione naturale che si ciba del caso conservato nel DNA, giusto?”

“È corretto, ma non capisco dove vuoi andare a parare.”

“Benché la tua selezione attinga a una fonte di rumore, alla fine genera strutture altamente funzionali e complesse, che sono il meglio possibile nelle condizioni date, obbedendo a una sorta di inesorabile determinazione dentro un campo di necessità rigorosa in cui il caso è bandito. Ma allora la direzione irreversibile dell’evoluzione è rigidamente segnata; ascende verso funzionalità e complessità. Quindi anche tu sei un progressionista!”

“Ma no Albert, non devi avere della selezione naturale un’immagine così impoverita e banale: la solita storia della lotta per la vita, della sopravvivenza del più adatto o, peggio ancora, del più forte. Quelle sono estremizzazioni feroci, semplicistiche e gladiatorie di Herbert Spencer, più che di Darwin. Quel che conta è il tasso differenziale di sopravvivenza e di riproduzione dei singoli individui in seno a una specie. È una questione di probabilità, come quasi tutto nella scienza.”

“Cambia poco, se l’esito è comunque una successione di conquiste, il dipanarsi ordinato di una crescita in determinati valori di sopravvivenza.”

“Non è vero, perché il primo criterio di sopravvivenza di una mutazione casuale è che sia compatibile con l’insieme di un sistema già esistente e già evoluto, con tutti i suoi innumerevoli vincoli, cioè l’organismo.”

“Ah, vedi? Allora la necessità della tua selezione non è così onnipotente.”

“Non ho mai detto che lo fosse! Oltre alle condizioni iniziali vincolanti, c’è il fatto che molte mutazioni sono indifferenti, altre hanno effetti negativi e vengono scartate; solo poche comportano come conseguenza il miglioramento di un organismo e pochissime introducono nuove possibilità. Ma le mutazioni positive, pur essendo rare, avvengono in popolazioni di moltissimi individui nel corso di innumerevoli generazioni e su un vastissimo materiale genetico che si ricombina; quindi, a livello di popolazione, la mutazione è la regola e la selezione naturale agisce sulla frequenza di una certa variante in una popolazione, non sul singolo. La necessità della selezione naturale lavora su un’immensa riserva di variabilità fortuita. È come un’enorme roulette. Tra caso e necessità si instaura una continua dialettica.”

“D’accordo, quindi non è onnipotente. E poi vedi che sei rimasto comunista? Vedi l’evoluzione come una dialettica storica.”

“Ma la smetti di provocare? Che ti prende oggi? Non venivo da tre settimane e ti trovo peggiorato.”

“Lo faccio per rafforzare la nostra argomentazione, Jacques, come fa l’avvocato del diavolo. Anche questa è dialettica…”

“La dialettica di Marx ed Engels non c’entra niente qui. Tanto è vero che l’evoluzione trabocca di stabilità. I piani corporei fondamentali degli animali sono gli stessi da 600 milioni di anni, Albert.



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