I figli del vuoto by Raphaël Glucksmann

I figli del vuoto by Raphaël Glucksmann

autore:Raphaël Glucksmann [Glucksmann, Raphaël]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858521922
editore: Piemme
pubblicato: 2019-07-21T16:00:00+00:00


1. R. GLUCKSMANN, Génération gueule de bois: Manuel de lutte contre les réacs, Allary Éditions, 2015.

2. Patriotische Europäer gegen die Islamisierung des Abendlandes, (Europei patrioti contro l’islamizzazione dell’Occidente) [N.d.R.].

Diventare cittadini

È la storia di un uomo che per molti anni fu preso per un imbecille e che fondò la repubblica più forte della storia.

Lucio Giunio Bruto crebbe sotto il regno di Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma. Consapevole che sotto una tirannia la simulazione della stupidità e l’apparire irrilevanti sono le uniche garanzie di una vita tranquilla, fece la parte del sempliciotto per non attirare l’attenzione e non suscitare invidie.

Quando fu dichiarata la guerra contro Ardea, il fior fiore della nobiltà, a cui Bruto apparteneva, andò ad assediare la città rutula. Siccome si annoiavano parecchio, i giovani aristocratici discutevano delle proprie mogli e si chiedevano se fossero loro fedeli. Un giorno, un gruppo lasciò il fronte per scoprirlo. La bella Lucrezia, la moglie di Collatino, un amico di Bruto, passava il tempo a filare malinconicamente la lana. All’unanimità fu dichiarata la più virtuosa di tutte. Sedotto da tanta purezza, Sesto Tarquinio, il figlio del tiranno, tornò poco dopo e la stuprò.

Lucrezia allora convocò i suoi parenti, denunciò il crimine e il criminale, poi si pugnalò sotto i loro occhi. Quel gesto cambiò la vita di Bruto e il corso della storia umana. Il presunto imbecille smise improvvisamente di recitare e trasformò la sua inutile esistenza in destino universale. Nella sua Storia di Roma (I, 59), Tito Livio descrive la sua miracolosa trasformazione in dirigente politico: «Mentre gli altri erano in preda allo sconforto, estrasse il coltello dalla ferita e, brandendolo ancora stillante di sangue, disse: “Su questo sangue, purissimo prima che un principe lo contaminasse, io giuro e chiamo voi a testimoni, o dèi, che di qui in poi perseguiterò Lucio Tarquinio Superbo e la sua scellerata moglie e tutta la sua stirpe col ferro e col fuoco e con qualunque mezzo mi sarà possibile e non permetterò che né loro né nessun altro regni più a Roma”. Quindi passa il coltello a Collatino e poi a Lucrezio e a Valerio, tutti sbalorditi dall’incredibile evento e incapaci di stabilire da dove Bruto prendesse tutta quella veemenza. Giurano com’era stato loro ordinato e, passati dal dolore alla rabbia, appena Bruto li invita a scagliarsi immediatamente contro il potere reale, non esitano a seguirlo come loro capo».

L’uomo Bruto era un “insensato”, il cittadino Bruto sollevò un popolo, fomentò una rivoluzione, prese la testa di un esercito e sconfisse le truppe di Tarquinio. Proclamato console, sventò una cospirazione monarchica e scoprì che i suoi due figli, Tito e Tiberio, vi erano coinvolti. Allora pronunciò lui stesso la sentenza che li condannava a morte e assistette alla loro esecuzione. I suoi figli furono legati a un palo, frustati e poi decapitati. Subito dopo la loro uccisione, ricompensò lo schiavo che li aveva denunciati elevandolo al rango di cittadino libero della repubblica che aveva appena fondato sul suo stesso sangue.



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