I gesuiti by Claudio Ferlan

I gesuiti by Claudio Ferlan

autore:Claudio, Ferlan [Ferlan, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Universale Paperbacks il Mulino
ISBN: 9788815320384
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2015-10-14T22:00:00+00:00


2. Giansenismo, gallicanesimo, illuminismo. I gesuiti in Francia tra sostegno del sovrano e ostilità diffusa

Nel 1640 (lo stesso anno di pubblicazione della Imago Primi Saeculi, si ricorderà) era stato dato alle stampe Augustinus, libro apparso dopo la morte del suo autore, Cornelius Jansen (1585-1638). Vescovo di Ypres, in Belgio, Jansen (latinizzato in Giansenio) era un grande ammiratore di Agostino di Ippona, del quale condivideva il pessimismo nei confronti della natura umana e la convinzione che la corruzione del peccato originale avesse lasciato poco spazio al libero arbitrio, così che l’uomo per salvarsi non poteva che fare affidamento sulla grazia divina. Tra i bersagli dell’opera di Giansenio vi erano proprio i gesuiti, da tempo nel mirino di diversi gruppi cattolici con l’accusa di lassismo morale. Qualche decennio prima della pubblicazione del libro si era diffuso in Spagna un movimento d’opinione che aveva messo in rilievo, come avrebbe fatto Giansenio, la presunta illegittimità di alcune teorie maturate in seno all’ordine ignaziano, giudicate così fiduciose nel libero arbitrio da avvicinarsi all’eresia pelagiana. Secondo tale dottrina proposta dal monaco irlandese Pelagio (vissuto tra IV e V secolo), il peccato originale non era una macchia indelebile e la salvezza poteva venire dall’uomo indipendentemente dall’aiuto divino. La dottrina fu combattuta da Agostino e condannata dal Concilio di Efeso del 431. Il momento scatenante della disputa seicentesca era stato la pubblicazione del libro Concordia Liberi Arbitrii del teologo gesuita Luis de Molina (1536-1600). Lo scontro aveva interessato molti studiosi e chiamato in causa diversi papi, succedutisi soprattutto nel vietare la pubblicazione di nuovi libri sul tema della grazia e nel proibire alle parti in causa di definire i contendenti come eretici. La controversia è conosciuta come de auxiliis, dal nome dato alle riunioni tra teologi domenicani e gesuiti (controversiae de auxiliis) che dibatterono in presenza dei papi (Clemente VII e Paolo V in particolare) e di alcuni cardinali sulla dottrina di Molina e sul rapporto tra grazia e libero arbitrio. Il teologo spagnolo riteneva che la grazia divina acquisisse efficacia in virtù dello sforzo della volontà umana e del consenso al bene: teoria giudicata da alcuni suoi avversari pelagiana. Il dissenso rimasto a covare sotto le ceneri dopo il silenzio imposto dalla Santa Sede era però destinato a riaccendere il fuoco della polemica qualche decennio più tardi.

Il libro di Giansenio fu pubblicato a Lovanio, nonostante i gesuiti fiamminghi avessero tentato di fermarne la stampa. Non essendovi riusciti, cercarono di farlo condannare dalla Santa Sede, accusandolo di propugnare idee calviniste. La diatriba tra la Compagnia e i sostenitori delle tesi gianseniste assunse toni molto aspri e si formarono due partiti che coinvolsero alti esponenti della società, religiosa e civile. In Francia il movimento nato dalle idee di Jansen trovò un’importante cassa di risonanza nel monastero di Port Royal, diretto dalla badessa Angelique Arnauld il cui fratello, Antoine, fu uno dei più accesi oppositori della Compagnia di Gesù. I reciproci capi d’accusa erano piuttosto chiari. Da un lato si contestava ai giansenisti un rigore morale, appunto, calvinista. Di contro,



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