I piccoli cospiratori by Arianna Arisi Rota

I piccoli cospiratori by Arianna Arisi Rota

autore:Arianna, Arisi Rota [Arisi Rota, Arianna]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Il Mulino/Ricerca
ISBN: 9788815229472
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


Chi si dichiara rigenerato e catturato dal carisma di Mazzini è Paul Harro Harring, nato nel 1798 nello Schleswig Holstein, che dopo esser accorso nel ’21 in Grecia e dopo varie peregrinazioni in Europa, nel giugno 1833 giunge a Ginevra ed entra in contatto con il cenacolo dove si sta già preparando il piano d’invasione della Savoia. Temperamento certamente esaltato, il trentacinquenne Paul, ma la sua descrizione conferma tutto quanto sin qui detto: la metafora della corrente elettrica che scuote e rigenera le fibre prima come addormentate, il senso del futuro e della progettualità, l’ansia della vicinanza fisica. Persino la camera, quella stanza che già si è imposta come protagonista del passaggio dalle riflessioni solitarie alla socialità tra coetanei, diventa qui lo spazio per antonomasia della cospirazione, come succede a Berna per la camera con quindici sedie dove il gruppo polacco contattato dall’emissario della Giovine Italia – un altro piccolo/grande cospiratore, Rosales – deciderà di partecipare alla spedizione in Savoia. Catturato così alla causa («le génie de Mazzini avait agi sur moi avec une puissance magnétique»[11]), cosa fa Paul mentre attende l’imminente azione? Compone una tragedia, la penna in una mano, la spada nell’altra: quasi un quadro, eppure sappiamo ormai che non si tratta solo di una posa oleografica, bensì di un autentico atteggiamento dell’animo.

Ma torniamo all’adesione “a distanza”, quella che costituisce la norma, giacché vedere Mazzini e parlare con Mazzini è un’opportunità tanto rara quanto mitizzata e pertanto potente fonte di legittimazione, come ha scritto Roberto Balzani[12]. Torniamo al giovane Filippo Guenzati, che nel frattempo si è laureato ma continua a pensare al suo petit tour rivelatore di qualche anno prima, di cui va sistemando gli appunti. È Gianbattista Cavallini, sempre lui, che lo contatta – segnalatogli probabilmente da Vitale Albera, che di Guenzati è cugino –, ma come? Parlandogli di «una nuova bandiera da innalzare, che avrebbe preso il nome di Giovine Italia»[13]. È il discorso della bandiera all’opera, la felice formula narrativa del primo Mazzini più sopra descritta che può divenire slogan in quanto rende visivamente l’idea di un progetto collettivo per i giovani – innalzare il simbolo e, soprattutto, raccogliersi, «rannodarsi» attorno ad esso. Ma Cavallini è davvero instancabile, lavora soprattutto in cerca di adesioni nella sua terra natale e raggiunge anche Carlo Foresti, dandogli da leggere e da ricopiare l’Insegnamento popolare, un catechismo mazziniano concepito per il reclutamento tra gli strati sociali medio-bassi che si rivelerà particolarmente efficace. A circolare tra le mani e nei plichi clandestini degli studenti, dei militari, dei comunque istruiti sono invece i numeri del giornale «La Giovine Italia», introdotti clandestinamente via Genova: «Intanto io eseguiva qualunque incarico mi venisse affidato», ricorda Augusto Aglebert a proposito del periodo successivo all’affiliazione «e con Noli e i Ruffini introducemmo i fascicoli della Giovine Italia trasportandone un battello pieno, avendoli recati da Marsiglia un bastimento corso, molto prestando così i marinai corsi l’opera loro per la causa italiana. Eravamo fin alle gambe sepolti nei fascicoli della Giovine Italia [...]. Avevamo pure ricevute le Istruzioni



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