I Pimlico Boys non perdonano by Paul Dorval

I Pimlico Boys non perdonano by Paul Dorval

autore:Paul Dorval [Dorval, Paul]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2013-09-14T16:39:45+00:00


9

Dapprincipio il Sovrintendente di Scotland Yard non voleva riceverli. O meglio, non poteva. Così aveva fatto dire dal suo segretario ai tre ragazzi.

Per Koffy Frizzy e Trudy ciò era inconcepibile. Non che considerassero il suo rifiuto un affronto personale; no. comprendevano benissimo che egli potesse essere momentaneamente occupalo. Ma quella tela nelle loro mani cominciava a scollare.

− Ragazzi − si scusò il segretario del Sovrintendente, un sergente piccolo e stempiato. − Abbiate pazienza, ma il Capo è preso sin sopra i capelli. Questa notte non è nemmeno andato a casa a dormire. É un momento brutto per lui. venite domani, forse potrà ascoltarvi.

Koffy Frizzy e Trudy. che dalla stazione della metropolitana si erano recati direttamente alla sede di Scotland Yard, di fronte a quell’esplicito invito si sentirono sgonfiare come un pneumatico forato.

− Domani potrebbe essere troppo lardi − insistette allora Koffy.

− Non so che farci − replicò il sergente. − lo mi attengo agli ordini che ricevo.

− Sergente − fece Frizzy. − Chiedo troppo se le domando un foglio di carta e una biro?

− No − rispose lui. − liceo − e gli porse quanto gli era stato richiesto.

Frizzy si pose in un angolo del locale, dove erano situati una poltroncina e un tavolinetto. Si sedette e. rapido, scrisse questo messaggio: "Questa tela rubata vale milioni. Vuole che i ladri ne ritornino in possesso?". Per pura pignoleria, appose in calce al foglio, oltre alla sua firma, quella degli amici. Ripiegato poi il foglio, andò vicino al sergente e disse:

− Le chiedo un’ultima cortesia. Può portare questo al Sovrintendente? − E, con il foglio, gli consegnò la tela.

− Aspettate qui − li pregò lui prima di allontanarsi. Se anche davanti a quella prova concreta il Sovrintendente si dichiarava impossibilitato a riceverli, allora delle due Cuna: o contava smisuratamente sulla loro capacità di sbrogliarsela da soli in qualsiasi circostanza, o era veramente impegnato in un caso urgente di enorme gravità.

− Cosa gli hai scritto? − s’informò Trudy.

− La verità − disse Frizzy.

− Ho l’impressione che il Sovrintendente non ci abbia più tanto in simpatia − mormorò Koffy.

− Da che cosa lo deduci? − fece Trudy.

− Da tanti piccoli fatti − spiegò Koffy.

− Per esempio? − domandò Frizzy.

− La sua freddezza − cominciò ad elencare Koffy.

− Beh, non direi − affermò Frizzy.

− Eppure io l’ho avvertita l’ultima volta che siamo stati qua − sottolineò Koffy.

− Anch’io − si associò Trudy.

− lo non sono di questo parere − rintuzzò Frizzy. − E poi?

− Le continue difficoltà che solleva ogni volta che deve riceverci − fece Koffy.

− Beh, capirai, non tutti i giorni è una festa per lui − cercò di difenderlo Frizzy.

− Ma dai − interloquì Trudy. − Possibile che da un po’ di tempo in qua non trovi mai un momento per ascoltarci?

− Ma guarda che ci ha sempre ricevuti finora − obiettò Frizzy.

− Sì. sì − ammise Trudy. − Ma prima non ci obbligava a fare anticamera. Si direbbe che gli siamo di peso, che provi quasi un senso di fastidio o che so io.



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