Il Natale di Poirot (Il Giallo Mondadori) by Agatha Christie

Il Natale di Poirot (Il Giallo Mondadori) by Agatha Christie

autore:Agatha Christie [Christie, Agatha]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-11-09T12:00:00+00:00


17

Sydney Horbury non aveva un aspetto molto simpatico. Entrò nella stanza sfregandosi le mani e scoccando occhiate dall’uno all’altro con fare untuoso.

— Voi siete Sydney Horbury? — domandò Johnson.

— Sì, signore.

— Cameriere e infermiere del defunto signor Lee?

— Sì, signore. Che cosa terribile! Per poco non mi è venuto un accidente quando Gladys me l’ha detto! Povero signore…

— Limitatevi a rispondere alle mie domande, prego — tagliò corto Johnson.

— Sì, signore. Certo.

— Ditemi a che ora siete uscito stasera e dove siete andato.

— Sono uscito verso le venti, signore, e sono andato al cinema Superb, a soli cinque minuti da qui. Davano Amore nella vecchia Siviglia.

— Vi ha visto qualcuno?

— La cassiera, signore. E anche la maschera. Mi conoscono. E… hmm… E poi ero con una signorina. Avevamo un appuntamento.

— Ah, davvero? Come si chiama?

— Doris Buckle, signore. Lavora al caseificio Combined Dairies, al ventitré di Markham Road.

— Bene. Controlleremo. Dopo siete tornato a casa direttamente?

— Prima ho accompagnato la mia ragazza, signore, poi sono tornato a casa. Potete controllare. Io non c’entro con quanto è successo qui. Ero…

— Non vi ha accusato nessuno, mi pare.

— No, signore. Certo che no, signore. Ma un delitto in casa non fa mai piacere.

— Nessuno afferma il contrario. Ditemi, da quanto tempo eravate al servizio del signor Lee?

— Da poco più di un anno, signore.

— Vi trovavate bene?

— Sì, signore, molto. Il salario era buono. Il signor Lee qualche volta era piuttosto… difficile, ma io sono abituato ai malati.

— Ne avevate già assistiti altri?

— Sì, signore. Sono stato col maggiore West e con l’onorevole Jasper Finch.

— I particolari li darete a Sugden dopo. Adesso quello che voglio sapere è a che ora avete visto il signor Lee per l’ultima volta.

— Pressappoco alle diciannove e trenta, signore. Il signor Lee cenava sempre alle diciannove; poi lo preparavo per la notte. Dopodiché lui se ne stava seduto accanto al fuoco finché non gli veniva voglia di andare a letto.

— A che ora, di solito?

— Dipende, signore. A volte anche subito, alle venti, se si sentiva stanco. A volte, invece, anche alle ventitré e passa.

— E che faceva quando gli veniva voglia di andare a letto?

— Di solito suonava perché andassi ad aiutarlo.

— E voi lo aiutavate a coricarsi?

— Sì, signore.

— Ma questa sera eravate fuori. Uscite sempre il venerdì?

— Sì, signore. È la mia serata libera.

— Come faceva il signor Lee per andare a letto quando voi non c’eravate?

— Suonava per Tressilian o per Walter.

— Ed era totalmente immobilizzato o poteva muoversi?

— Sì, signore, si muoveva, anche se con una certa difficoltà. Soffriva di artrite reumatoide, e in certi giorni stava peggio che in altri.

— Di giorno non andava mai in qualche altra stanza?

— No, signore. Preferiva stare nella sua che è grande, ben arieggiata e piena di luce.

— Voi dite che il signor Lee ha cenato alle diciannove.

— Sì, signore. Ho portato via il vassoio e ho posato sulla scrivania lo sherry e due bicchieri.

— Come mai?

— Ordine del signor Lee.

— Lo facevate sempre?

— Solo qualche volta.



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