Reichs Kathy - Virals 02 - 2011 - Segreti by Reichs Kathy

Reichs Kathy - Virals 02 - 2011 - Segreti by Reichs Kathy

autore:Reichs Kathy [Reichs Kathy]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2014-04-28T22:00:00+00:00


TERZA PARTE.

BULL.

37.

«Imiracoli accadono» ho scherzato. «Bisogna solo crederci!» Bunker. Mezzogiorno. Oziavamo nel nostro rifugio segreto, ancora stroncati dalle follie della notte precedente.

I ragazzi, stravaccati in vari punti della stanza, si lanciavano pigramente una palla da tennis. Coop rosicchiava un frisbee ai miei piedi.

Era incredibile, ma nessuno di noi era stato beccato.

Cinque ore prima, avevo varcato in punta di piedi la soglia di casa, pronta al peggio. Non avevo idea di come potesse reagire Kit a una fuga notturna: magari c’era un poliziotto ad aspettarmi nel soggiorno.

Così, ero sgattaiolata dentro, temendo che Coop mi facesse saltare la copertura. Invece, con mia grande sorpresa, avevo trovato un post-it attaccato alla ringhiera delle scale: Convocato al LIRIla mattina presto. Rientro previsto per cena. Non uscire di casa. Kit.

Non si era accorto di niente.

Dopo avere eseguito alcuni dei migliori passi di danza presi in prestito dal repertorio di Hi, ero crollata sul divano, esausta, emotivamente svuotata, e puzzolente di fogna.

Coop mi era piombato addosso come un missile Patriot, dando frenetici colpi di coda, la lingua rosea di carta vetrata che mi lappava il volto senza tregua.

«È tutto okay, bello. La tua mamma sta bene. Si è solo presa un piccolo spavento, nient’altro.» Coop aveva continuato a leccarmi la faccia e, da quel momento, non si era più staccato da me.

Una sirena ha risuonato nel porto, mettendo in fuga i gabbiani che si appollaiavano fuori dalla feritoia del bunker. Alcune barche da diporto si dirigevano verso la penisola.

Sull’oceano calmo scintillava la luce del sole. La temperatura superava i trentadue gradi.

«Mia madre mi ha beccato al piano di sotto, ma ha pensato che stessi uscendo» ha riso Hi. «Come se al sabato mattina io mi alzassi a quell’ora. Grazie a Dio prima della terza tazza di caffè non connette.»

«I miei erano ancora a letto.» Shelton ha lanciato una palla alta a Ben. «Non dormono mai oltre le sei. Devo avere un santo protettore.»

«E tuo padre? Ti sgriderà?» ho chiesto a Ben.

La giornata lavorativa di Tom Blue cominciava ben prima dell’alba, anche nei weekend. Quando avevamo ormeggiato il Sewee, quel mattino, il traghetto era già salpato.

«Gli racconterò che sono andato a pesca.» Ha preso la palla e l’ha passata a Hi. «Non farà troppe domande.» La palla ha attraversato la stanza in una direzione, e poi in un’altra.

Infine Hi ha dato voce all’interrogativo che tutti avevamo nella mente. «Insomma… Qualche idea su chi possa aver tentato di ucciderci?»

«Io, nessuna» ho risposto. «Zero assoluto.»

«È assurdo!» Shelton ha allargato le braccia. «Chi poteva sapere che avevamo intenzione di intrufolarci nel Provost Dungeon ieri notte?»

«Non lo sapevamo nemmeno noi fino a qualche ora prima» ha concordato Hi. «E chi, sano di mente, ci avrebbe seguito lungo quella sottospecie di tana per topi che abbiamo scoperto?»

«iFollow?» Ben si è ravviato i capelli dietro l’orecchio. «Forse qualcuno ha craccato la nostra videoconferenza.»

«È possibile?» L’idea mi disturbava.

Shelton ha scosso il capo. «Abbiamo formato un nuovo gruppo con una nuova password. Quel programma è difficile da decrittare. Credetemi, ho controllato. È estremamente improbabile.»

«E poi perché disturbarsi?» ho chiesto.



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