I Venturieri by Carla Maria Russo

I Venturieri by Carla Maria Russo

autore:Carla Maria Russo [Russo, Carla Maria]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2021-03-10T12:00:00+00:00


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Questa è Milano...

Luglio 1425

«Questa è Milano, mio signore» proclamò con una certa enfasi Cicco Simonetta rivolto a Francesco Sforza, abbracciando la città che si estendeva davanti a lui con un ampio gesto del braccio. Era giunto a Milano già da alcune settimane, alla fine di maggio, per la precisione, con l’incarico di precedere il suo signore per studiare la città, farsi un’idea delle sue abitudini e delle caratteristiche della sua gente, girare fra le botteghe e le locande per carpire commenti e impressioni. Cicco aveva svolto il compito con il consueto zelo e con grande entusiasmo, che non riusciva a contenere per quanti sforzi facesse, né a liberarsi della ingenua e prematura sensazione che quella città fosse già sua, il luogo in cui sarebbe vissuto e su cui il suo signore avrebbe un giorno dominato. Si guardava bene dall’esibire tanta esaltazione a Francesco Sforza ma la avvertiva prepotente dentro di sé e l’aveva riversata nel compito che il suo signore gli aveva affidato, studiando la città palmo a palmo, frequentando le biblioteche e ricostruendone la storia fino a saperne più dei milanesi stessi. Bruciava dalla voglia di fare sfoggio di tanto sapere con Francesco, che giunse a Milano agli inizi di luglio, accolto da una cappa di caldo e afa alquanto opprimente.

«Questa è Milano, una delle pochissime città europee che superi i centomila abitanti...»

«Fiiiuuuu... centomila! Sei sicuro?»

«Altroché, mio signore. Si tratta di un dato importante, che mi sono premurato di verificare con cura perché si collega strettamente con la ricchezza economica dello stato. Più abitanti, più tasse, maggiore ricchezza. Stiamo entrando in città da Porta Romana, una delle più antiche, presente già al tempo dei Romani e così chiamata perché, come avete constatato di persona, conduce nella direzione di Piacenza e Roma. Come potete osservare, si erge a cavallo di questo corso d’acqua che i milanesi chiamano Naviglio Grande, un fossato artificiale scavato nel 1157, anche se, allora, era più piccolo e stretto di quello che vedete oggi. L’attuale è stato allargato e reso più profondo nella seconda metà del ’200, per questo adesso si chiama grande. Circonda e abbraccia completamente le mura della città e, com’è facile immaginare, il suo scopo, inizialmente, era difensivo, i milanesi lo scavarono per proteggersi dall’imperatore Federico I di Svevia, il Barbarossa. Come potete vedere, però, lo attraversano molte chiatte, a indicare che oggi, in realtà, il suo utilizzo è innanzi tutto commerciale, per spostare merci e persone, perché è direttamente collegato con il fiume Ticino, e dunque con il lago Maggiore e la Svizzera. Tanto per farvi un esempio, lungo il Naviglio vengono trasportati i marmi utilizzati per l’edificazione del Duomo, la nuova cattedrale dei milanesi, ricordate, eccellenza? Ve ne parlai nel corso della nostra ultima riunione. Dopo la andremo a vedere, i marmi vengono estratti dalla cava di Candoglia, a nord del lago Maggiore, e trasportati in città attraverso questo canale. Fino a una trentina d’anni fa, terminava alla darsena della Porta Ticinese, presso Sant’Eustorgio fuori delle mura, ma nel 1388 Gian



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