Il caso Aldo Moro. Un dizionario italiano by Stefano Grassi

Il caso Aldo Moro. Un dizionario italiano by Stefano Grassi

autore:Stefano Grassi
La lingua: ita
Format: azw3, epub
ISBN: 9788804568513
editore: Mondadori
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


M

Macaluso, Emanuele – Parlamentare del Pci(→). Decisamente allineato sulla linea della fermezza(→) contro ogni trattativa con le Brigate rosse(→) espressa dal suo partito. Racconta in un’intervista che tre settimane dopo il rapimento di Moro(→) entrando nella sede della Dc(→) in Piazza del Gesù(→) per una conferenza del segretario Zaccagnini(→), in una stanza laterale avrebbe visto arrotolati dei grandi manifesti di lutto per la morte di Moro, mentre Moro era ancora vivo. Alla sua richiesta perplessa di spiegazioni, Beppe Sangiorgi(→), addetto stampa della Dc, gli avrebbe detto: “Sai, è per essere preparati al peggio”. In due articoli scritti nel maggio 1978 sull’Unità e Rinascita Macaluso esprime la convinzione che nell’attività dei brigatisti ci siano state interferenze dei servizi segreti. Opinione, secondo Macaluso, condivisa da Berlinguer(→) che però riteneva un’imprudenza parlarne. Per Macaluso il segretario comunista, che ha avuto sempre un grande senso della prudenza, riteneva che se avesse fatto qualche accenno ai legami internazionali del terrorismo, ci sarebbe stato un effetto dirompente. Differente la sua opinione. Ritiene infatti che una valutazione politica sulle forze che condizionavano le Br avrebbe avvantaggiato il Pci. Cia, Kgb e Mossad, per Macaluso, sono i principali oppositori al fatto che il Pci vada al governo Maccari, Germano – Militante delle Brigate rosse(→). È il quarto carceriere di Aldo Moro(→) assieme a Mario Moretti(→), Anna Laura Braghetti(→) e Prospero Gallinari(→) nella prigione del popolo di via Montalcini(→). La sua appartenenza alle Br resta sconosciuta per molti anni dopo il sequestro e l’omicidio di Moro. Arrestato dalla Digos(→) nell’ottobre ‘93, dopo un lungo iter processuale, viene condannato in via definitiva a 23 anni. Nel 2001 muore d’infarto nel carcere romano di Rebibbia. Ex militante di Potere operaio(→), viene introdotto nelle Brigate rosse da Valerio Morucci(→), con cui è in stretto rapporto fin dai tempi di Lavoro Illegale(→), la sezione paramilitare di Potop. Il suo nome entra per la prima volta nella storia del sequestro Moro quindici anni dopo l’uccisione del Presidente della Dc. A farlo è Adriana Faranda(→) al capo della Digos romana Marcello Fulvi(→), rivelando che è proprio Maccari il fantomatico ingegner Altobelli(→) a cui era intestato l’appartamento di via Montalcini e che fungeva da marito della brigatista Anna Laura Braghetti e aggiungendo anche che non sarebbe stato Gallinari assieme a Moretti a sparare a Moro ma che ad ucciderlo sarebbero stati il capo delle Br e Maccari. Il 19 giugno 1996, durante il processo Moro Quinquies(→), Maccari ammette di essere lui il quarto uomo, anche se nega di aver sparato al presidente della Dc. La sua vicenda giudiziaria si conclude il 14 novembre 2000, quando la Cassazione conferma la condanna per concorso nel sequestro e nell’omicidio di Aldo Moro e della sua scorta. Secondo Lanfranco Pace(→), figura di spicco di Autonomia Operaia(→) e amico di Maccari fin dai tempi di Potere operaio, sarebbe stato invece proprio Maccari a eseguire la condanna a morte di Aldo Moro. Lui stesso gli avrebbe rivelato, poco prima di morire, che il 9 maggio 1978, nel garage di via Montalcini, davanti



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