Il cavaliere insonne by Manuel Scorza

Il cavaliere insonne by Manuel Scorza

autore:Manuel Scorza [Scorza, Manuel]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2022-02-21T23:00:00+00:00


18. Allora si ricordò di quanto era successo da quelle parti intorno al milleottocentoventiquattro.

No, non ho dormito. Quella notte, come ogni notte da quando ho contratto questa malattia di rimanere sveglio, non riuscii a chiuder occhio. Quando l’ho contratta? Nel 1705, allorché la cacicca Ticsi Rimi ordinò che andassimo a misurare i nostri confini? …Non fu possibile. Mentre misuravamo percorrevamo questo stesso tragitto quando Cantalicio Robles ci fece invecchiare di colpo con la notizia: il proprietario Gregorio de Paredes aveva sgozzato tutti i nostri figli. Anche nel 1716 fallimmo.

No, non posso dormire. Le notti le passo tutte in bianco, ricordando queste cose. O sto sognando? Al principio, mi si notava la malattia nelle occhiaie azzurre. Poi mi sono rianimato. Sebbene talvolta la stanchezza mi faccia pensare che il mio corpo s’è inghiottito le occhiaie. Azzurro deve essere adesso il mio scheletro. Avete attraversato, di notte, la gelida Pampa Junín? Peggio è attraversare la notte da solo, inseguito dalla muta di questi ricordi… Io sono già stato qui. Molto chiaramente sto vedendo quanto successe a Yanacocha nel 1823. Quell’anno, persino io credetti che avremmo finalmente ottenuto giustizia.

Camminando con prudenza, appoggiandosi al suo bastone di lloque,28 lo Zoppo Nicolás Quinto, scendeva giú per il dorsale Quencash. Scorse il cavallo: si fermò. Era sua abitudine: fermarsi dinnanzi alla fretta dei signori. Per non esser sceso in tempo da un marciapiede al passaggio di don Ramiro de Ramírez: tre giorni nei ceppi. Di lí, la sua claudicazione. I suoi occhi, strisce di giaietto, riconobbero il cavallo. Non era un padrone: era il banditore Sebastían Mallorí! Lo Zoppo Travesaño si contrasse. Lo scorso raccolto il banditore Mallorí aveva messo all’asta i suoi foraggi. Per pochi pesos! Sebastían Mallorí, banditore per le incombenze dei padroni o Sebastían Unghielunghe per gli yanacochani spogliati, non accelerava mai il suo andare. Ora volava sulla sua cavalcatura! Cosa succedeva?

Prima che lo Zoppo Nicolàs Quinto salisse sull’orlo della strada, il puledro pezzato del banditore Mallorí, che spaventosa notizia ha scritta in faccia, passò come un fulmine, se non mi spiccio quel figlio di puttana m’investe, rischiando di stramazzare, strascicando le zampe, io tolgo le stoppie, io semino, io raccolgo, zoppo. In pianura il sudato puledro, né degli uomini né delle bestie Mallorí ha compassione, arrivando alla pampa, io ho sette bocche da mantenere, non ha avuto pietà, la bestia galoppò, cavaliere figlio di puttana, dalla discesa lo Zoppo Nicolás Quinto scorse la Piazza d’Armi, ha sequestrato la terra ai suoi fratelli e perché a me no? quel figlio di puttana smontò, corse fino al campanile, lo zoppo Nicolás Quinto, io so dov’è il bandolo della matassa di questi rancori, quel figlio di puttana gridò, la gente lo circondò, tutto nasce dai begli occhi di Serafina, della gente usciva di corsa, la donna piú bella che abbia mai visto la gola del Chaupihuaranga, quel figlio di puttana corse al campanile, per i tuoi occhi, bellezza, Dio mi salvi, pianterei mia moglie. Lo Zoppo Quinto si drizzò. Il banditore Mallorí suonava l’allarme.

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