Il cielo cade by Lorenza Mazzetti

Il cielo cade by Lorenza Mazzetti

autore:Lorenza Mazzetti [Mazzetti, Lorenza]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788838909443
editore: Sellerio editore
pubblicato: 1993-07-08T16:00:00+00:00


20

Il giorno dopo lo chauffeur arrestò la macchina sulla strada maestra. Stava passando un gruppo di fascisti che cantavano. Erano vestiti di nero con i gradi d’oro e avevano gli stivali neri e portavano le labbra nascoste sotto i baffi.

– Le vengano via signorine – disse lo chauffeur e ci mise in macchina e ci portò via alla Villa.

Sull’aia Pippone prese Baby per i piedi e la gettò in aria riacchiappandola. Poi se ne andava passeggiando con me e Baby sotto le braccia come se fossimo due sacchi.

Pippone diceva: – Le mie tasche sono così grandi, che ci stanno due navi dentro. Una a destra e una a sinistra.

– Davvero?

– Certo. Due navi – ripeté.

– Annie, lo sai che Pippone ha due navi in tasca?

– Cretina.

– Annie fammi andare un pochino sulla tua bicicletta!

– Me la rompi!

– No, non la rompo. Annie fammi andare un po’ sulla tua bicicletta!

– Tu e Baby rompete tutto.

– Chiedimi tutto quel che vuoi e te lo farò – dicevo io, – se mi lasci andare sulla tua bicicletta.

Annie si fermò un momento come per pensare. Poi disse:

– Se voi mi fate Regina ve la do.

Siccome anche Pasquetta e Lea e Zeffirino e Pierino volevano andare sulla bicicletta di Annie, la facemmo «Regina». All’incoronazione di Annie c’eravamo tutti. Come l’odiavo lì seduta sul trono, Annie, che si faceva pettinare i capelli da Lea e ordinava a noi di stare chini in ginocchio davanti a lei. Eravamo diventati i suoi schiavi. Solo Lea si era accattivata l’animo della Regina ed era diventata la sua consigliera.

– Puzzona! – le urlò Pasquetta.

– Puzzona sarai tu – disse Lea a Pasquetta, e le tirò un buzzico in testa.

– Basta! – disse la Regina scendendo dal trono. – Voglio che gridiate per cento volte: «Viva Annie!».

Noi gridavamo per cento volte «Viva Annie» ma non bastava. Dovevamo coprirci di terra, stare in ginocchio e farle tutti i servizi possibili immaginabili. Primo tra tutti spazzolare i capelli. Tutte le mie pigne erano passate nelle mani della Regina. Fino a che un giorno le dissi: – Tienti la tua bicicletta.

Infatti avevamo scoperto un nuovo gioco: andare a cavallo dei maiali selvatici. I porci venivano lasciati liberi al mattino dalla madre di Pierino e ritornavano la sera. Durante il giorno andavano nel bosco a mangiare castagne. I porci selvatici, dice Lea, quando trovano le castagne le aprono e mangiano il di dentro senza bucarsi il naso. Dice che sono selvatici e quando si mangiano si chiamano «magroni». Noi si mangia sempre le castagne nel bosco crude e poi ci viene mal di pancia.

– Uuuaaah! – urlava Pierino balzando su un porco che passava. Ma il più delle volte ci sbalzano via grugnendo. È meglio reggersi alla coda oppure alle orecchie. Che bello galoppare per il bosco rasentando le erbe e tenendosi stretti alle loro orecchie! L’unico inconveniente è che io e Baby si puzza.

Un giorno arrivò Zeffirino tutto pelato:

– Ci avevo i pidocchi – disse, e si gettò su un porco. Lo seguivamo urlando.



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