A ciascuno il suo by Leonardo Sciascia

A ciascuno il suo by Leonardo Sciascia

autore:Leonardo Sciascia [Sciascia, Leonardo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Amazon: B00T89TTVA
editore: Adelphi
pubblicato: 1988-01-11T23:00:00+00:00


X

«Un notabile che corrompe, che intrallazza, che ruba... Lei a chi penserebbe?»

«Nel paese?»

«Forse nel paese, forse nella zona, forse nella provincia.»

«Lei mi pone un problema difficile» disse il parroco di Sant'Anna. «Perché se ci limitiamo al paese, anche i bambini che devono ancora nascere possono rispondere alla domanda... Ma se ci allarghiamo alla zona, alla provincia, viene la confusione, la vertigine...»

«Limitiamoci al paese» disse Laurana.

«Rosello, l'avvocato Rosello.»

«Impossibile.»

«Impossibile che?»

«Che sia lui.»

«Che sia lui a corrompere, a rubare, a intrallazzare?... E allora, mi scusi, debbo dirle che lei campa con la testa nel sacco.»

«No no... Voglio dire: impossibile che la persona, la persona con cui ho parlato, volesse riferirsi a lui. Impossibile.»

«E chi è, la persona con cui ha parlato?»

«Non posso farne il nome» disse: rosso in faccia, sfuggendo lo sguardo del parroco che si fece improvvisamente acuto.

«Ma caro professore: non le ha detto, questa persona, il nome del notabile; non le ha detto il nome del paese, le ha dato dei connotati che, mi creda, si attagliano, ad esclusione di quei galantuomini che sono già stati pescati e soggiornano nelle patrie galere, che so?, a centomila persone... E da questa grande armata lei pretende tirar fuori il suo uomo, il suo notabile?» Sorrise con compatimento, con indulgenza.

«Per la verità avevo creduto che la persona di cui non posso fare il nome si rife-risse ad uno del paese... Ma se lei mi dice che nel paese c'è solo Rosello...»

«Rosello è il più grosso, quello a cui più immediatamente si pensa; e il solo che rientri nella categoria dei notabili, rigorosamente parlando. Poi ci sono i piccoli, e qualcuno può anche metterci me, nel mazzo dei piccoli...»

«Ma no» protestò, senza convinzione, Laurana.

«Sì invece, e forse con ragione... Ma, ripeto, Rosello è il più grosso... Lei ha u-n'idea precisa di quel che Rosello è? Dico nei suoi intrallazzi, nei suoi redditi, nella sua pubblica e occulta potenza? Perché di quello che è umanamente, è facile averne idea: un cretino non privo di astuzia, uno che per raggiungere una carica o per mante-nerla (una carica ben pagata, s'intende) passerebbe sul cadavere di chiunque... Tranne che sul cadavere di suo zio l'arciprete, naturalmente.»



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