Il diritto umano di dominare by Nicola Perugini Neve Gordon

Il diritto umano di dominare by Nicola Perugini Neve Gordon

autore:Nicola Perugini, Neve Gordon
La lingua: ita
Format: epub
editore: nottetempo
pubblicato: 2017-04-11T16:00:00+00:00


3. Il diritto umano di uccidere

Sembra che l’esercito americano sia in assoluto la piú grande istituzione di formazione ai diritti umani del mondo. In tutto il globo, aver a che fare con l’esercito statunitense – che si acquistino le nostre armi, o si partecipi ad addestramenti congiunti con le nostre forze armate – implica prendere parte a corsi di formazione sulle norme internazionali e sui criteri applicativi del diritto umanitario e dei diritti umani.

David Kennedy

L’autorevole docente di Diritto di Harvard David Kennedy descrive i programmi di formazione sui diritti umani gestiti dall’esercito statunitense negli ultimi decenni come corsi che veicolano un chiaro messaggio: “Non si tratta,” dice, “di un ‘optional’ umanitario – un modo per essere buoni o per mitigare la potenza militare. Abbiamo sottolineato che includere il diritto umanitario e i diritti umani nella formazione dell’esercito è un modo per renderlo piú efficiente”1. Esperto del rapporto tra diritto internazionale umanitario, diritti umani e guerra, Kennedy ha acquisito una notevole esperienza e fama internazionale lavorando con numerose organizzazioni per i diritti umani, con l’esercito statunitense e con le forze armate di altri paesi. Già nel 1996 si recò in Senegal “per formare membri dell’esercito senegalese al diritto bellico e ai diritti umani”. Kennedy osserva che, all’epoca, “il programma di addestramento era attivo in 53 paesi, dall’Albania allo Zimbabwe”. Nel descrivere il messaggio veicolato ai partecipanti di questi paesi, scrive: “Noi sottolineavamo che il diritto umanitario avrebbe reso le forze armate piú efficaci – e avrebbe reso l’impiego della forza qualcosa di giustificabile e di cui andare fieri”2.

Kennedy, che ha intitolato uno dei suoi libri The Dark Sides of Virtue (“I lati oscuri della virtú”), è consapevole della scomoda complicità tra coloro che sono addestrati per uccidere e coloro che vengono formati per difendere i diritti umani. Ma questa complicità – la fondamentale quanto ricorrente convergenza tra diritti umani e forme violente di dominazione – è un enigma che deve essere ulteriormente indagato al di là delle domande poste da Kennedy nel corso del suo pragmatico tentativo di rendere il movimento internazionale per i diritti umani piú coerente ed efficace. Noi sosteniamo che i diritti umani vengono spesso utilizzati dallo Stato, dalle organizzazioni conservatrici per i diritti umani e perfino da quelle progressiste, per “‘civilizzare’ alcune forme di uccisione e per attribuire obiettivi razionali [e giustificazioni] all’atto stesso di uccidere”3.

Negli ultimi anni, la forte attenzione dell’opinione pubblica nei confronti delle forze armate ha innescato un processo pedagogico tale per cui uomini e donne in uniforme hanno cominciato ad apprendere, grazie a una molteplicità di corsi di formazione ad hoc, i fondamenti filosofici e morali dell’impiego della violenza4. La legislazione internazionale sui diritti umani e il diritto umanitario figurano in maniera rilevante in questi corsi. Come abbiamo fatto notare nell’Introduzione, nell’esercito statunitense i corsi sui diritti umani sono spesso obbligatori, e ogni anno il governo forma circa 100.000 poliziotti e militari stranieri provenienti da piú di 150 paesi. La formazione e la professionalizzazione dell’esercito sotto l’egida dei diritti umani vengono spesso descritte, con un linguaggio asettico, come “essenziali per le capacità di comando nelle forze armate”5.



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