Il Fu Mattia Pascal by Luigi Pirandello

Il Fu Mattia Pascal by Luigi Pirandello

autore:Luigi Pirandello [Pirandello, Luigi]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: European, Fiction, Literary Criticism, General, Italian, Continental European, Drama
ISBN: 9788860735140
editore: Baldini Castoldi Dalai
pubblicato: 2009-06-15T16:03:39.093000+00:00


- No! ora! - ribatté quegli, afferrandole un braccio e attirandola a sé.

- Insomma! - gridò Adriana, svincolandosi fieramente.

Non mi potei più reggere: aprii la persiana.

- Oh! signor Meis! - chiamò ella subito. - Vuol venire un po' qua, se non le dispiace?

- Eccomi, signorina! - m'affrettai a rispondere.

Il cuore mi balzò in petto dalla gioja, dalla riconoscenza: d'un salto, fui nel corridojo: ma lì, presso l'uscio della mia camera, trovai quasi asserpolato su un baule un giovane smilzo, biondissimo, dal volto lungo lungo, diafano, che apriva a malapena un pajo d'occhi azzurri, languidi, attoniti: m'arrestai un momento, sorpreso, a guardarlo; pensai che fosse il fratello di Papiano; corsi al terrazzino.

- Le presento, signor Meis, - disse Adriana, - mio cognato Terenzio Papiano, arrivato or ora da Napoli.

- Felicissimo! Fortunatissimo! - esclamò quegli, scoprendosi, strisciando una riverenza, e stringendomi calorosamente la mano. - Mi dispiace ch'io sia stato tutto questo tempo assente da Roma; ma son sicuro che la mia cognatina avrà saputo provvedere a tutto, è vero? Se le mancasse qualche cosa, dica, dica tutto, sa! Se le bisognasse, per esempio, una scrivania più ampia... o qualche altro oggetto, dica senza cerimonie... A noi piace accontentare gli ospiti che ci onorano.

- Grazie, grazie, - dissi io. - Non mi manca proprio nulla. Grazie.

- Ma dovere, che c'entra! E si avvalga pure di me, sa, in tutte le sue opportunità, per quel poco che posso valere... Adriana, figliuola mia, tu dormivi: ritorna pure a letto, se vuoi...

- Eh, tanto, - fece Adriana, sorridendo mestamente, - ora che mi son levata...

E s'appressò al parapetto, a guardare il fiume.

Sentii ch'ella non voleva lasciarmi solo con colui. Di che temeva? Rimase lì, assorta, mentre l'altro, col cappello ancora in mano, mi parlava di Napoli, dove aveva dovuto trattenersi più tempo che non avesse preveduto, per copiare un gran numero di documenti dell'archivio privato dell'eccellentissima duchessa donna Teresa Ravaschieri Fieschi: Mamma Duchessa, come tutti la chiamavano, Mamma Carità, com'egli avrebbe voluto chiamarla: documenti di straordinario valore, che avrebbero recato nuova luce su la fine del regno delle due Sicilie e segnatamente su la figura di Gaetano Filangieri, principe di Satriano, che il marchese Giglio, don Ignazio Giglio d'Auletta, di cui egli, Papiano, era segretario, intendeva illustrare in una biografia minuta e sincera. Sincera almeno quanto la devozione e la fedeltà ai Borboni avrebbero al signor marchese consentito.

Non la finì più. Godeva certo della propria loquela, dava alla voce, parlando, inflessioni da provetto filodrammatico, e qua appoggiava una risatina e là un gesto espressivo. Ero rimasto intronato, come un ceppo d'incudine, e approvavo di tanto in tanto col capo e di tanto in tanto volgevo uno sguardo ad Adriana, che se ne stava ancora a guardare il fiume.

- Eh, purtroppo! - baritoneggiò, a mo' di conclusione, Papiano. - Borbonico e clericale, il marchese Giglio d'Auletta! E io, io che... (devo guardarmi dal dirlo sottovoce, anche qui, in casa mia) io che ogni mattina, prima d'andar via, saluto con la mano la statua di Garibaldi sul



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