Il Giorno della Memoria raccontato ai miei nipoti by Lia Levi

Il Giorno della Memoria raccontato ai miei nipoti by Lia Levi

autore:Lia Levi [Lia, Levi]
La lingua: ita
Format: epub
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2020-12-03T12:00:00+00:00


IL FASCISMO CI TOGLIE QUALCHE ALTRA COSA

A Roma, in quella grande e allegra scuola ebraica, io e le mie sorelle non stavamo affatto male, anzi.

Non è del tutto vero che in quella città non avessimo parenti. Oltre a Giacinta, quella che piangeva perché non aveva più potuto sposare il suo fidanzato, c’era un ramo della famiglia di papà di cui ci eravamo dimenticati. Noi, a Torino e anche a Milano, eravamo così abituati ai tanti “Segre” della cerchia di mia madre… Quell’altro ramo non lo avevamo mai preso in considerazione.

La famiglia da parte di papà era molto seria e dignitosa. Il cugino che ci eravamo ritrovati a sorpresa era stato un alto ufficiale dell’esercito italiano, poi cacciato in quanto ebreo per le Leggi Razziali. Non era di origine romana ma a Roma risiedeva, ed era per questo che la scuola ebraica gli aveva offerto la qualifica di presidente, cosa che a noi, come suoi parenti, dava a volte qualche piccolo vantaggio. In casa con lui e sua moglie c’erano due figlie, una più grande, già alle superiori, e una che aveva un anno più di me, Piera, mentre un figlio maschio si era trasferito in Francia.

Quello che vi dirò adesso non riguarda il nostro discorso sulle Leggi Razziali, è un particolare di vita privata che però ci accompagnerà anche quando la situazione si farà più tragica.

Queste cugine, e specialmente Piera, erano molto, molto virtuose, e mia madre per anni non ha fatto che portarcele come modello a ogni occasione (per esempio, Piera si rifaceva il letto prima di andare a scuola). C’era anche il fatto che frequentava una classe solo di un anno superiore alla mia, e così a me toccava ereditare tutti i suoi libri scolastici. Di quei bei volumi nuovi nuovi, con le pagine ancora un po’ lucide, che prima mi compravano, non me ne era più capitato nessuno.

E, visto che stiamo raccontando, torniamo a mio nipote Giuliano. Quando ho cercato di fargli capire il mio dispiacere di fronte alla mancata possibilità di avere fra le mani un libro di testo appena stampato, mi ha guardato con meraviglia. Non capiva. Lui, i suoi libri di scuola, li tratta malissimo.

E, già che ci sono, lo domando con curiosità anche a voi. Vi piace ancora aprire per la prima volta un libro di scuola nuovo, o è una cosa passata di moda? Scrivetemelo, per piacere.

***

E ora veniamo, purtroppo, a una brutta storia.

La mia sorella più piccola, Vera, smaniava per andare a una scuola di danza. Era veramente bravissima. Quando si esibiva in un “salto a falcata” sembrava che volasse.

Mia mamma a un certo punto aveva deciso di far finta di niente e di accompagnarla a una prova per l’ammissione in una nota scuola della città.

L’insegnante è rimasta molto colpita dall’esibizione di quella bambina e si è alzata in piedi con vero entusiasmo per prendere subito il modulo da riempire per l’iscrizione. Ma, quando ha letto il cognome, ha fatto un balzo di tutt’altro tipo. «Non sarete mica ebrei?» ha domandato con fare sospettoso.



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